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Accertamento tributario: tecnologia digitale al servizio del contribuente

Accertamento Tributario: Tecnologia Digitale Al Servizio Del Contribuente

L’esigenza di riformare il fisco abbraccia anche la disciplina dell’accertamento che, in prima battuta, dovrà essere semplificata e resa più snella. Infatti, sarà fondamentale l’utilizzo delle tecnologie digitali che potranno consentire di ridurre gli oneri amministrativi a carico dei contribuenti.

Tra le varie novità:

– la “rivisitazione” del principio del contraddittorio;

– la razionalizzazione delle attività di analisi del rischio;

– l’introduzione di forme di cooperazione tra le amministrazioni nazionali e internazionali;

– l’implementazione dell’utilizzo di tecnologie digitali;

– l’incentivazione dell’adempimento spontaneo del contribuente;

– l’assicurazione della certezza del diritto tributario.

Principio del contraddittorio: cosa potrà cambiare

La volontà è quella di introdurre una disposizione generale che attribuisca al contribuente il diritto a partecipare al procedimento tributario, in aderenza al principio del contraddittorio, seppure con alcune eccezioni, limitate ai controlli automatizzati e a ulteriori forme di accertamento automatizzato.

Così si avrà una disciplina del diritto al contraddittorio omogenea, quali che siano le modalità di svolgimento del controllo (mediante accesso o “a tavolino”), cercando così di superare il “doppio binario” che è attualmente previsto per i casi diversi da quelli disciplinati dall’art. 12, comma 7, legge n. 212/2000, concedendo così al contribuente un termine congruo per eventuali osservazioni.

Allo stesso tempo si obbligherà l’ente impositore a motivare espressamente sulle osservazioni formulate dal contribuente, generalizzando così la cd. motivazione rafforzata, ora prevista per limitate fattispecie.

Tecnologie digitali per un accertamento più moderno

Ormai l’universo tecnologico è sempre più evoluto e accompagna la nostra vita quotidiana. Anche ai fini fiscali, si è pensato di implementarne l’utilizzo, soprattutto delle tecnologie digitali, compresi gli strumenti di intelligenza artificiale, al fine di ottenere – grazie anche all’interoperabilità tra le banche dati – la disponibilità delle informazioni rilevanti, garantendone così il tempestivo utilizzo per:

prevenire gli errori dei contribuenti;

circoscrivere l’azione di controllo nei confronti di soggetti a più alto rischio fiscale, con minor impatto su cittadini ed imprese, anche in termini di oneri amministrativi, salvaguardando il principio di capacità contributiva, dell’equità sociale e dell’equilibrio delle finanze pubbliche;

– ridurre i fenomeni di evasione ed elusione fiscale.

Adempimento collaborativo: cambiamenti in vista?

Il regime dell’adempimento collaborativo, previsto dall’art. 3 e seguenti, D.Lgs. n. 128/2015, sarà potenziato al fine di:

– accelerare il processo di progressiva riduzione della soglia di accesso;

– consentire l’accesso anche a società, prive dei requisiti di ammissibilità, che appartengano ad un gruppo di imprese, ove almeno un soggetto abbia i requisiti di ammissione richiesti (purché il gruppo adotti particolari accorgimenti);

– introdurre la possibilità di certificare il sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale;

– gestire in regime di adempimento collaborativo anche determinate questioni riferite ad annualità d’imposta antecedenti all’ammissione al regime;

– introduzione di nuove forme di contraddittorio preventivo (tra cui un’interlocuzione preventiva);

– semplificazione delle procedure di regolarizzazione della posizione del contribuente che, in caso di adesione alle indicazioni dell’Ufficio, comportino la necessità di effettuare ravvedimenti operosi;

– emanazione di un codice di condotta circa i diritti e gli obblighi sia dell’Amministrazione che dei contribuenti;

– regolare l’esclusione dal regime, in caso di violazioni fiscali non gravi, introducendo un periodo transitorio di osservazione (al termine del quale verrà decisa la fuoriuscita o permanenza nel regime);

– potenziamento degli effetti premiali connessi all’adesione al regime, riducendo le sanzioni amministrative tributarie, alleggerendo le sanzioni penali tributarie.

Concordato preventivo biennale: un nuovo istituto?

In tema di adempimento spontaneo, si è pensato di introdurre il concordato preventivo biennale, a favore dei contribuenti di minori dimensioni, a cui potranno accedere se titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo.

Le principali caratteristiche di tale istituto sono così riassumibili:

– il contribuente si impegnerà, previo contraddittorio con modalità semplificate, ad accettare e rispettare la proposta per la definizione biennale della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi ed IRAP formula dal fisco;

– irrilevanza (ai fini imposte sui redditi, IRAP e contributi previdenziali obbligatori) di eventuali maggiori o minori redditi imponibili rispetto a quelli oggetto del concordato, fermi restando gli obblighi contabili e dichiarativi;

– applicazione dell’IVA secondo regole ordinarie (trasmissione telematica dei corrispettivi e fatturazione elettronica);

decadenza dal concordato se, a seguito di accertamento, emerge che il contribuente non abbia correttamente documentato negli anni del concordato stesso o in quelli antecedenti, i ricavi e compensi per un importo superiore a prestabilite soglie ritenute significative ovvero avesse commesso altre violazioni fiscali di non lieve entità.

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