? conservazione di beni culturali;?
? ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento antisismico ed efficientamento energetico degli immobili adibiti all’istruzione scolastica di proprietà pubblica (Stato, enti locali territoriali). In questa tipologia rientrano anche gli immobili di proprietà del Fondo edifici di culto destinati ad uso scolastico, la cui gestione è affidata al ministero dell’Interno.
A fissare le regole di esercizio dell’opzione sarà direttamente l’Agenzia delle Entrate con il provvedimento del direttore che approva ogni anno le istruzioni e il modello di dichiarazione 730.
Stop alle deroghe e priorità alle scuole
L’emendamento, che sarà depositato in commissione Finanze, punta anche a superare l’effetto deroga sulla destinazione delle risorse. Con la deroga alla destinazione d’uso, esercitata dal Governo per far fronte alle diverse emergenze che si verificano nel corso dell’anno, le risorse di competenza statale finiscono puntualmente per ridursi drasticamente. Anche quelle destinate all’edilizia scolastica. Per evitare “l’effetto deroga” il correttivo al Dl fiscale prevede che alle risorse dell’8 per mille dell’Irpef di diretta gestione statale emerse dalle scelte dei contribuenti con le dichiarazioni relative agli anni di imposta dal 2019 al 2028 e indirizzate alla ristrutturazione, al miglioramento, alla messa in sicurezza , all’efficientamento energetico e all’adeguamento antisismico, «la deroga si applica nei limiti della stessa tipologia di intervento, senza possibilità di diversa destinazione».
L’ultima ripartizione
Per comprendere l’impatto che producono le deroghe alla destinazione della quota statale dell’8 per mille è sufficiente andare a rileggere i dati dell’ultimo decreto di ripartizione relativo all’anno 2017. La quota dell’8 per mille Irpef di pertinenza statale per quell’anno, è stata pari a 24.056.763 euro. Se a questa si aggiunge la quota assegnata all’edilizia scolastica (5.997.829euro), le risorse complessivamente dell’8 per mille targato Stato raggiungono i 30.054.592euro. Una somma almeno 6 volte inferiore a quella realmente emersa dalla scelte dei contribuenti italiani e che si è attestata a ben oltre 181 milioni di euro. Una differenza che, come detto, scaturisce dai tagli operati dalla Presidenza del Consiglio cui spetta la decisione di poter derogare alle destinazioni indicate dal regolamento dell’8 per mille Irpef , assegnando le risorse ad altre finalità.