Clausola penale nelle locazioni a rischio contenzioso con il Fisco
- 23 Ottobre 2019
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista
Alcuni uffici liquidano il tributo di 200 euro sugli interessi maggiorati. Tra i giudici diverse pronunce danno ragione ai contribuenti
di Rosanna Acierno
(Marka)
3′ di lettura
Clausole e pattuizioni dei contratti di locazione finiscono nel mirino del Fisco. Diversi locatori e conduttori si sono visti recapitare da alcuni uffici territoriali delle Entrate avvisi di liquidazione dell’imposta di registro in relazione a una pattuzione considerata “autonoma” ai fini della tassazione. Si tratta, in particolare, della clausola secondo cui – in caso di inadempimento o tardivo pagamento del canone – il conduttore è tenuto a versare interessi moratori maggiorati rispetto a quelli derivanti dall’applicazione del tasso legale (pari dallo scorso 1° gennaio allo 0,8%). Con tali atti di liquidazione, l’Agenzia chiede – in solido alle parti contrattuali – il versamento dell’imposta di registro di 200 euro, oltre a interessi, sanzioni nella misura del 30% (dunque 60 euro) e spese di notifica (pari di solito a 17,50 euro).
Per quanto sia impossibile avere un monitoraggio completo, segnalazioni relative a tali tipologie di accertamento sono giunte da Milano, da altre province lombarde e dall’Italia centrale, Roma compresa.
Clausole penali e «connesse»
La pretesa del Fisco si fonda sul presupposto che la pattuizione indicata in precedenza rappresenti una «clausola penale» e, di conseguenza, sia soggetta alla disciplina prevista per gli atti sottoposti a condizione sospensiva (articolo 27 del Dpr 131/86), con conseguente assoggettamento all’imposta di registro prima in misura fissa (pari a 200 euro) e poi, qualora si verificasse l’inadempimento, in misura proporzionale pari al 3% (articolo 9 della Tariffa, parte I, allegata al Dpr 131/86), tenendo conto dell’imposta di 200 euro già versata.
Va ricordato, però, anche l’articolo 21 del Dpr 131 già citato, secondo cui in presenza di atti che contengono più disposizioni – come tipicamente è un contratto di locazione – si possono verificare due situazioni:
se le disposizioni non derivano necessariamente, per la loro intrinseca natura, le une dalle altre, ognuna di esse è soggetta a imposta come se fosse un atto distinto (comma 1);