Coltivatori diretti e imprese agricole: sconti fiscali per i redditi fino a 15.000 euro
- 17 Febbraio 2024
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista
Il mondo agricolo, negli ultimi tempi, è in agitazione per rivendicare politiche economiche, sia nazionali che europee, che possano aiutare un settore in crisi ma che è di fondamentale importanza per l’economia.
In particolare, a livello nazionale, è sentita l’esigenza di garantire agli agricoltori agevolazioni fiscali che possano, in qualche modo, attutire gli aumenti dei costi di produzione.
Esigenza che è stata amplificata dal venir meno, con effetto dal 1° gennaio 2024, delle vecchie agevolazioni che, dal 2017, avevano esentato da tassazione i redditi dominicali ed agrari dichiarati da coltivatori diretti (CD) e imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti nella previdenza agricola.
Chi sono i soggetti interessati
La nuova agevolazione non riguarda tutto il mondo dell’agricoltura, ma solo i soggetti di minore dimensione.
Infatti, così come previsto per il passato, possono beneficiare degli sconti fiscali solo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali.
Si ricorda che si definiscono:
Questi soggetti possono fruire dell’agevolazione di cui si dirà appresso ma solo a condizione di essere iscritti nella previdenza agricola.
A tale proposito, va comunque precisato che gli imprenditori agricoli professionali persone fisiche, anche ove soci di società di persone o cooperative, ovvero amministratori di società di capitali, hanno l’obbligo di iscrizione nella gestione previdenziale ed assistenziale per l’agricoltura.
A chi non si applicano le agevolazioni
La nuova agevolazione non riguarda le imprese agricole strutturate e, quindi, di maggiori dimensioni.
Si tratta delle società di persone, società a responsabilità limitata e società cooperative, che rivestono la qualifica di società agricola.
Non possono optare per questo regime:
– le società semplici esercenti attività agricole (per le quali la determinazione del reddito sulla base dei criteri catastali costituisce il naturale regime d’imposizione inderogabile);
– le cooperative che svolgono solo attività di trasformazione/commercializzazione di prodotti conferiti dai soci, qualora non posseggano e/o non conducano i terreni sui quali esercitano l’attività agricola. In questo caso manca, infatti, il requisito primario per potere determinare il reddito su base catastale, rappresentato dal terreno stesso.
In cosa consiste l’agevolazione
Rispetto al passato, l’esenzione IRPEF non è totale ma solo entro determinati limiti.
Infatti, la norma prevede che i redditi dominicali e agrari dei soggetti sopra indicati concorrono, considerati congiuntamente, alla formazione del reddito complessivo nelle seguenti percentuali:
a) fino a 10.000 euro: 0%;
b) da 10.000 e 15.000 euro: 50%;
c) oltre 15.000 euro: 100%.
Pertanto, mentre fino al 2023 non era previsto alcun limite reddituale per godere dell’esenzione totale, ora viene fissata una soglia a 10.000 euro.
Soglia che, è bene dirlo, interessa un gran numero di imprese agricole: infatti, secondo i calcoli delle associazioni di settore, la platea potenzialmente interessata sarebbe di oltre 380.000 imprese a fronte delle 430.000 che negli scorsi anni hanno beneficiato dell’esenzione senza alcun limite reddituale.
Quanto dura l’agevolazione
L’agevolazione, per ora, ha una durata temporale ristretta ad un biennio.
Infatti, la norma prevede la sua applicazione per il biennio 2024-2025.
Si tratta, evidentemente, di una scelta dettata da esigenze di cassa, ma che non preclude l’estensione agli anni seguenti, tanto è vero che, la stessa norma stima l’impatto sulle casse dello Stato per gli anni 2026 (130,3 milioni di euro) e 2027 (89,8 milioni di euro).