Il CNDCEC ha approvato la proposta di riforma della professione di commercialista. Dalle notizie che circolano sul testo (non ancora disponibile), il progetto di riforma potrebbe ancora essere utilmente rivisto rispetto alle diverse problematiche che affliggono i commercialisti che operano tutti i giorni sul campo. In particolare, per quanto riguarda il tema delle esclusive professionali: il nuovo art. 1-bis del testo diffuso a luglio 2024, dedicato all’oggetto della professione, contiene una minuziosa elencazione di attività che possono essere svolte dal dottore commercialista, senza tuttavia stabilire esclusive su quello che è il tema caratterizzante della maggioranza degli studi professionali, ossia la consulenza e l’assistenza in materia contabile e tributaria degli imprenditori e dei contribuenti.
Tralasciando le polemiche per l’asserita assenza di un’adeguata preventiva informativa e condivisione del testo con gli Ordini territoriali e con la base degli iscritti, c’è tuttavia da ammettere che, al momento, il testo del provvedimento non risulta ancora disponibile e le notizie sono affidate a un comunicato stampa divulgato dal Consiglio Nazionale e da alcune dichiarazioni rese dal Presidente de Nuccio anche attraverso i canali social.
A livello documentale, tutto pertanto è fermo alla bozza del testo – reso disponibile, da ultimo, il 23 luglio 2024 – e della relativa integrazione dell’art. 25 sulla doppia proposta di revisione del sistema elettorale, resa il successivo 25 luglio.
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Possibili ulteriori modifiche del testo?
Dalle notizie che circolano sul testo varato, e per i tempi e le fasi relative alla sua definitiva implementazione, il progetto di riforma potrebbe ancora essere utilmente rivisto rispetto alle diverse problematiche che affliggono i colleghi che operano tutti i giorni sul campo, confrontandosi con le evoluzioni e la liberalizzazione del mercato della professione.
Il tema delle esclusive professionali
Innanzitutto, a parer di chi scrive, nel senso della fede pubblica che si intende cautelare, avendo riguardo al tema delle esclusive professionali, che hanno altre professioni di analoga rilevanza sociale, tema che da più parti sembrerebbe ormai destinato ad essere definitivamente abbandonato.
Piaccia o non piaccia, queste tematiche, che risultano del tutto lasciate al libero mercato, rappresentano il lavoro che costituisce la base ineludibile per assistere adeguatamente le aziende e gli imprenditori, e che solo attraverso una precisa riserva di legge si può cautelare, a favore di coloro che abbiano conseguito l’abilitazione di dottore commercialista, professione come noto posta sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia; d’altro canto, queste tematiche rappresentano la principale fonte di reddito per tanti professionisti che operano in ambiti nei quali le specializzazione tanto invocate, non trovano, o non possono trovare, seguito.
Non appena sarà disponibile il testo approvato dal Consiglio Nazionale, e nel tempo che resta, si potrebbe quindi immaginare una ulteriore fase di riflessione allargata, per far eventualmente emergere ulteriori aspetti meritevoli di attenzione per il complessivo e lodevole intento di riformare la professione.
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