Corte dei conti: sullo scambio automatico di informazioni fiscali servono standard comuni

Servono standard comuni per lo scambio automatico di informazioni fiscali fra le amministrazioni degli Stati membri dell’Ue. E?serve attenzione ai profili legati alla tutela dei dati personali. È quanto emerge da un’indagine della Sezione centrale di controllo della Corte dei conti sullo «scambio automatico di informazioni nel settore fiscale tra l’Italia e i Paesi dell’Unione europea», dopo il recepimento delle direttive europee sullo stato effettivo dello scambio automatico di informazioni reddituali, bancarie, ruling preventivi transfrontalieri e accordi preventivi sui prezzi di trasferimento (direttive 2011/16/UE, 2014/107/UE, 2015/2376/UE) e l’utilizzo delle stesse con finalità di deterrenza e contrasto alle frodi, alle evasioni e alle elusioni fiscali transfrontaliere.

Cos’è lo scambio automatico

Lo scambio automatico rappresenta un importante strumento di contrasto all’evasione ed elusione fiscale transfrontalieri, nonché alle strategie di pianificazione fiscale aggressiva con cui le imprese possono trasferire gli utili in Paesi a minore imposizione fiscale, producendo effetti sulla base imponibile di altri Stati membri.

Gli standard comuni

I molteplici interessi coinvolti nella procedura – dall’acquisizione delle informazioni per la corretta applicazione della normativa fiscale, alla riservatezza, all’esigenza di non alterare la concorrenza nel mercato internazionale, al diritto di difesa dei contribuenti – potrebbero suggerire l’elaborazione in sede comunitaria ed internazionale di standard comuni, che individuino le fasi procedimentali su cui concentrare le verifiche sulle modalità di assunzione delle informazioni già nella fase di raccolta delle stesse, salvaguardando l’interesse alla speditezza delle attività.

I dati dei contribuenti

Un altro tema sottolineato nell’indagine è quello dell’incremento del volume dei dati dei contribuenti raccolti ed elaborati, rispetto al diritto di protezione dei dati personali. Con riferimento alle risorse umane impiegate, l’agenzia delle Entrate ha segnalato che la dotazione di personale dell’Ufficio cooperazione internazionale, pari a 32 dipendenti, è rimasta invariata nel periodo dal 1° gennaio 2017 ad oggi. Gli investimenti complessivi del periodo 2017-2018 dedicati alle implementazioni tecnologiche sviluppate da Sogei e necessarie alla gestione delle direttive ammontano a circa 774mila euro.

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