Tra i diversi emendamenti presentati nella discussione sul decreto Crescita, ne è spuntato uno sul tema dei c.d. “lavoratori impatriati” destinato ad interessare anche il calciomercato. In sede di conversione, infatti, verrebbe prevista, da un lato una generale riduzione al 50% dell’esenzione IRPEF per l’ingaggio di calciatori e allenatori con rapporto di lavoro disciplinato dalla legge n. 91/1981 e dall’altro lato, invece, sarebbe azzerato quel privilegiato vantaggio tributario di cui, nel testo previgente, avrebbero potuto particolarmente godere i club calcistici meridionali e quindi, più degli altri, il Napoli.
Ma andiamo con ordine.
L’estensione di tale regime di agevolazione fiscale agli sportivi professionisti, nonché al più generale e metaforico rientro fiscale agevolato anche dei “non” cervelli, consegue al venir meno, per effetto delle modifiche introdotte dall’art. 5 del D.L. n. 34/2019 nell’art. 16, D.Lgs. n. 147/2015, del previgente requisito di elevata qualificazione o specializzazione. Tra le novità, la versione vigente del decreto Crescita ha anche generalmente innalzato la quota di reddito esente dal 50% al 70% e, in taluni casi, al 90%.