Delega fiscale, un giusto equilibrio tra equità e semplificazione. Al via i decreti delegati

Il disegno di legge delega sulla riforma fiscale, approvato dal Senato e in procinto di diventare definitivo con l’approvazione della Camera dei Deputati, avvia una riflessione meditata ed equilibrata sui tanti problemi dell’impalcatura attuale del sistema fiscale italiano, prendendo in considerazione sia i problemi delle grandi imprese sia quelli delle piccole imprese e dei professionisti.

In generale, si può affermare che dall’ultima vera riforma fiscale del 1973-74, preceduta dai lavori della Commissione Cosciani (1963 -1966), e dopo la manutenzione straordinaria del sistema per effetto della riforma Visco del 1997, seguita poi dalla riforma Tremonti del 2003-2004, questa attualmente presentata opera una manutenzione radicale del sistema fiscale.

Una riforma che persegue le giuste finalità di ridurre la pressione fiscale restituendo, nel contempo, equità alla tassazione, di semplificare il sistema tributario, di aumentare il grado di certezza del diritto e di migliorare il rapporto fisco-contribuente attraverso il contrasto all’evasione fiscale puntando alla compliance, piuttosto che a misure repressive.

Il calendario dell’attuazione

Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge delega, l’attuazione dovrà avvenire entro 24 mesi mediante l’emanazione di uno o più decreti legislativi. Eventuali ulteriori decreti legislativi contenenti disposizioni correttive e integrative potranno essere emanati “entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore dell’ultimo dei decreti legislativi medesimi”.

In sostanza, a partire dalla data di entrata in vigore della legge delega, il Governo dovrebbe:

entro 12 mesi realizzare o rivedere i testi unici per settori omogenei;

entro 24/27 mesi adottare i decreti delegati, seguiti da eventuali decreti correttivi ed integrativi;

entro 12 mesi dall’adozione dei decreti correttivi o integrativi realizzare il Codice tributario.

Si tratta, dunque, di termini relativamente lunghi per dare risposte alle esigenze strutturali del Paese senza dimenticare, tra l’altro, che la riforma fiscale è tra le priorità individuate nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e costituisce parte integrante della ripresa economica e sociale che si intende avviare con l’ausilio anche delle risorse europee.

Considerata la rilevante portata degli obiettivi da realizzare, si ritiene che l’attuazione in tempi relativamente brevi sia condizione fondamentale per strutturare un nuovo sistema fiscale orientato, da un lato, alla certezza del diritto e alla chiarezza delle norme e, dall’altro, all’efficienza e all’equità della tassazione, a beneficio dei contribuenti, delle imprese e dell’Amministrazione finanziaria.

Le priorità nell’attuazione

È importante che i primi decreti delegati tesi a ridurre la pressione fiscale e a rendere più equa la tassazione soggettiva, come ad esempio l’equiparazione delle detrazioni sui redditi da lavoro e la possibilità delle imprese personali di distinguere la tassazione sul reddito prodotto da quello che viene distribuito per i consumi personali dell’imprenditore o del socio della società di persone, siano i primi ad essere emanati per far sì che possano essere applicati già dal 2024.

Entro la stessa data dovrà entrare in vigore anche il decreto delegato teso a rafforzare il meccanismo premiale legato agli indicatori sintetici di affidabilità. È fondamentale che le imprese soggette agli ISA abbiamo la possibilità di avere un premio sui redditi che indentificano l’efficienza e l’efficacia dell’azione imprenditoriale.

Inoltre, sarebbe opportuno anticipare nella prossima legge di Bilancio l’adozione di alcune misure che non richiedono un coordinamento normativo sistematico all’interno dello schema di riforma. Ci si riferisce, in particolare, alla riforma delle detrazioni sui lavori edili e alla correlata possibilità di cedere il credito corrispondente ovvero alla possibilità di applicare la cedolare secca sul reddito derivante dagli affitti degli immobili ad uso commerciale.

È fondamentale, nella fase di predisposizione dei decreti delegati, l’interlocuzione con le rappresentanze delle imprese, per condividere una più attenta valutazione degli effetti che essi producono e per trovare insieme delle soluzioni più adeguate alle piccole imprese. A tal fine, la previsione di appositi tavoli tecnici con le associazioni di categoria è stata la scelta giusta.

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