La revisione della data per il termine finale dell’invio del modello 730 mette a rischio la tempestività dei rimborsi dei crediti fiscali (o alternativamente della trattenuta dei debiti)
di Luca De Stefani
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La commissione finanze della Camera ha approvato nella notte un emendamento del decreto fiscale che riscrive il calendario fiscale, con la scadenza del 730 che passa, a partire dal 2021, dal 23 luglio al 30 settembre. Cresce anche la platea dei contribuenti che possono usare la dichiarazione 730 invece dell’ex Unico: oltre ai dipendenti e ai pensionati, possono presentarlo anche i titolari di redditi assimilati a quello di lavoro dipendente e i titolari di redditi di lavoro autonomo occasionale.
Queste le altre nuove scadenze:
1) spostamento dal 7 al 16 marzo del termine di trasmissione delle certificazioni uniche da parte dei sostituti d’imposta;
2) e dal 15 aprile al 30 aprile del termine per la messa a disposizione dei contribuenti della dichiarazione precompilata.
Rimborsi anticipati
Il vice ministro dell’Economia Laura Castelli, dopo il voto della commissione: «Lo slittamento dei termini non fa slittare l’erogazione dei rimborsi che, in molti casi, come per i pensionati, vengono anticipati. Non sono poi trascurabili i possibili riflessi occupazionali con l’impegno temporale maggiore che viene richiesto a Caf, Patronati e professionisti abilitati».
A rischio la tempestività dei rimborsi dei crediti fiscali
Fino a oggi, in genere, i conguagli a credito o a debito da 730 si sono effettuati a partite dalle «retribuzioni di competenza del mese di luglio» (articolo 19, decreto 164/1999). Considerando che l’agenzia delle Entrate ha tempo 10 giorni per inviare ai sostituti d’imposta i risultati contabili dei modelli 730 (cioè i 730-4, necessario per le operazioni di conguaglio), se il contribuente presenta il modello 730 alle Entrate o ad un Caf a ridosso della scadenza del 23 luglio, il 730-4 può arrivare ai sostituti d’imposta nei primi giorni di agosto, spesso, in tempo non sufficiente per inserire il conguaglio a credito (o a debito) nel cedolino di luglio. Ecco che si andrebbe con la busta paga di agosto, con pagamento, solitamente, i primi di settembre. Per i pensionati, invece, l’eventuale rimborso si ha con le pensioni di competenza di agosto o settembre.
Con il nuovo termine del 30 settembre, quindi, i dipendenti potrebbero ricevere i rimborsi a partire dalla retribuzione del mese di ottobre, che solitamente viene pagata nei primi giorni di novembre. Ciò converrebbe solo a chi ha conguagli a debito.