Assonime ha pubblicato il documento position papers n. 5 del 2024 contenente proposte per una fiscalità dell’arte più competitiva.
Il documento evidenzia come la legge delega per la riforma tributaria n. 111 del 2023 ha previsto, all’art. 5, lett. h), n. 3, ai fini delle imposte sui redditi, l’introduzione di una disciplina delle plusvalenze conseguite, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, dai collezionisti di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione nonché, in generale, di opere dell’ingegno di carattere creativo appartenenti alle arti figurative, escludendo i casi in cui è assente l’intento speculativo, compresi quelli di plusvalenza relativa a beni acquisiti per successione o donazione, nonché esonerando i medesimi da ogni forma dichiarativa di carattere patrimoniale.
La novella normativa ha delgato all’art. 7, comma 1, lett. e) il Governo, in materia di imposta sul valore aggiunto, a ridurre l’aliquota dell’Iva all’importazione di opere d’arte, recependo la direttiva (UE) 2022/542 del Consiglio, del 5 aprile 2022, ed estendendo l’aliquota ridotta anche alle cessioni di oggetti d’arte, di antiquariato o da collezione.
Sul punto occorre osservare che questa normativa, anche se ancora non ha ricevuto attuazione, denota, per quanto riguarda l’imposizione dei redditi, la volontà di dare certezza al mercato dell’arte.
Tale settore infatti al momento è privo di regole definite e, quindi, è esposto all’aleatorietà delle differenti interpretazioni dell’Amministrazione finanziaria e della giurisprudenza.
In tal modo, la legge delega ha previsto l’introduzione di una regolamentazione specifica per escludere da tassazione sia le plusvalenze realizzate dal c.d. collezionista “puro” sia le plusvalenze derivanti da opere ricevute per successione o donazione o da operazioni di permuta o di reinvestimento dei proventi in altra opera. Su tali situazioni dovrebbe mancare un oggettivo intent speculativo.
Con riferimento all’IVA, occorre osservare che la finalità perseguita dalla norma di delega è di agevolare il regime Iva delle importazioni e delle cessioni di oggetti d’arte, antiquariato o collezione al fine di incentivare il relativo mercato e rendere il nostro ordinamento maggiormente competitivo.
Con il nuovo documento, quindi, Assonime ha dunque messo in risalto le problematiche fiscali dell’attuale Sistema interno e ha sottolineato alcune possibili idee che il legislatore delegato potrebbe prendere a riferimento nel dare attuazione alla riforma fiscale.