Fisco, compensazioni e bonus verso il «Dl Aprile»
- 20 Aprile 2020
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista


Nel 2019 i contribuenti italiani hanno usato nei modelli F24 crediti in compensazione per un valore di 41,6 miliardi di euro (+0,4% su base annua). Una cifra notevole, ma che – rapportata alle entrate tributarie totali dell’anno – corrisponde a poco meno del 9 per cento. Qualche margine per incrementarne l’utilizzo, dunque, ci sarebbe. Ma bisogna tenere conto di due fattori: la preoccupazione di garantire un flusso di cassa in entrata per lo Stato (sempre ben presente negli uffici del ministero dell’Economia) e la consapevolezza che misure come questa possono dare un sollievo reale solo ai contribuenti che hanno grandi tax credit da spendere.
La scadenza degli acconti
Di certo, nello scenario economico attuale l’appuntamento con il saldo delle imposte 2019 e l’acconto 2020 si presenta come difficilissimo per molte imprese. L’anno scorso alla voce «Saldo» Irpef e Ires confluirono nell’Erario 13,4 miliardi, cui se ne aggiunsero 41,1 di acconti. Per quest’anno, il decreto Liquidità ha già alzato uno scudo sanzionatorio per consentire ai contribuenti di ridurre “serenamente” gli acconti in base al calo degli affari (purché l’acconto versato si riveli poi pari all’80% di quello che risulterà effettivamente dovuto). È chiaro, però, che questo scudo viene visto come un palliativo da molti professionisti, secondo i quali i propri clienti – semplicemente – non avranno il denaro in cassa per pagare.
Peraltro, non è azzardato ipotizzare che – alla fine – possa ripetersi quanto avvenuto lo scorso anno. Quando i versamenti slittarono al 30 settembre, per il ritardo nel rilascio del software degli Isa (le pagelli fiscali, eredi degli studi di settore). Software che quest’anno dev’essere ancora messo a disposizione di contribuenti e professionisti. Un rinvio servirebbe anche a evitare un ingorgo di pagamenti a giugno, quando potrebbero andare in scadenza i versamenti (tra cui Iva, ritenute e contributi) già sospesi dal “cura Italia” e dal “decreto Liquidità”.
I bonus bloccati
Tra i possibili contenuti del “decreto Aprile” è stato invocato da più parti un intervento sui bonus fiscali, da impiegare come leva per favorire gli investimenti e più in generale il rilancio di un’economia che il Fondo monetario internazionale prevede in calo del 9,1% quest’anno.
Non si può dimenticare, però, che in queste settimane di lockdown si è verificato un blocco di tutti gli investimenti agevolati: da quelli delle imprese (beni strumentali, Industria 4.0, ricerca e sviluppo) a quelli dei privati (ristrutturazioni, risparmio energetico, bonus facciate). Con un effetto negativo, in quest’ultimo caso, anche per le casse pubbliche, che hanno perso l’Iva sui lavori e le ritenute effettuate dalle banche sui bonifici (1,9 miliardi nel 2019, di cui 374 milioni tra marzo e maggio).