L’intervento riguarda anche gli straordinari che servono per garantire le aperture extra dei musei?
Certo. Ai Beni culturali avevamo una quota di straordinari bassissima, che si esauriva subito.
Perché, sempre in manovra, avete assegnato altri 75 milioni al cinema?
Si è reso necessario per via del successo del tax credit internazionale. Sono, infatti, sempre di più le imprese straniere che – coinvolgendo anche quelle italiane: questo prevede la norma – vengono a girare film o fiction qui da noi. Cinecittà era vuota e ora è sempre piena.Le risorse a disposizione sono finite, quindi abbiamo dovuto rimpinguare il fondo con 75 milioni di euro. Ed è solo per il 2020. Il problema si riproporrà per l’anno successivo.
In manovra non c’è l’estensione dell’art bonus agli istituti di cultura esteri.
Non si riesce a ottenere tutto, ma si tratta di un tema che si potrà affrontare in sede parlamentare, perché coinvolge una copertura davvero limitata.
L’art bonus sta crescendo – siamo arrivati a 400 milioni di euro raccolti – ma l’adesione è stata tiepida rispetto alle previsioni.
Paesi come Francia, Regno Unito e Stati Uniti hanno da decenni questo tipo di agevolazioni. Noi da quattro anni. Considerato questo, il bilancio è positivo. Dico anche, però, che una grande impresa italiana, soprattutto se esporta nel mondo con successo perché ha dietro la storia e la cultura italiana, dovrebbe vergognarsi di non investire una parte del proprio bilancio in cultura. Sono stato anche tentato di pubblicare il nome delle grandi aziende che non danno alcun contributo alla cultura. Anche perché prima dicevano che mancava un incentivo fiscale. Ora abbiamo l’agevolazione più forte d’Europa.
Quota 100 contribuirà a svuotare il ministero. Siete in emergenza?
Dopo il concorso a mille posizioni di qualche anno fa, ora è in corso una selezione a 3mila posti. Utilizzeremo Ales, la società in house del ministero, per coprire le emergenze, ma il problema del turnover è stato senza dubbio aggravato da quota 100. Occorre sia personale specializzato sia quello indispensabile per tenere aperti musei. È necessario un piano di assunzioni: una pubblica amministrazione che funziona deve avere personale giovane, dinamico.