Garante della Privacy: l’attuazione del Codice in materia di protezione dei dati personali nel 2023
- 4 Luglio 2024
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista
Il Garante della Privacy ha presentato la relazione alla Camera sullo Stato di attuazione del Codice in materia di protezione dei dati personali.
L’attività del Garante nel 2023 si è svolta in un contesto caratterizzato da elementi con una componente fortemente innovativa, ma è proseguita anche secondo una linea di continuità. Tre sono quelli più rappresentativi fra i primi, in estrema sintesi: digitalizzazione, intelligenza artificiale, Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di elementi che hanno comportato, a livello nazionale, una consistente spinta alla velocizzazione di tutti i processi, compresi quelli amministrativi e, quindi, anche della risposta del Garante alle istanze provenienti dai soggetti pubblici e privati che, ciascuno per la propria parte, sono stati coinvolti in tali processi.
Tuttavia, alcune costanti hanno caratterizzato il lavoro dell’Autorità nello scorso anno, confermandosi, quindi, come tratti essenziali dello scenario di protezione dati nazionale; anche in questo caso, è possibile individuare una triade: contrasto al marketing aggressivo, attenzione particolare ai soggetti vulnerabili, crescente internazionalizzazione dei processi. Su entrambi i versanti, che sono naturalmente reciprocamente connessi, il Garante ha sempre ricercato il difficile, talora arduo componimento degli interessi e dei diritti in gioco tenendo dritta la barra della propria missione di autorità cui è demandata la tutela di diritti che sono veramente fondativi della libertà personale e sociale.
Una missione che necessita di adeguate risorse umane e materiali, tuttora insufficienti nonostante i molti interventi messi in campo dal Garante nello scorso anno per potenziare le proprie strutture.
Un contributo essenziale è quello che il Garante ha fornito attraverso i pareri obbligatori resi al Parlamento e al Governo su atti normativi, di rango primario e secondario.
Secondo quanto evidenziato dal Garante per quanto riguarda gli accertamenti fiscali, ad esempio, basare le procedure accertative su informazioni “rastrellate” dal web, e come tali in larga misura inesatte, è estremamente rischioso, potendo avere effetti fortemente distorsivi sulla corretta rappresentazione della capacità fiscale dei contribuenti. Le garanzie di protezione dei dati rappresentano quindi, anche in quest’ambito, presupposti di efficacia dell’azione di contrasto dell’evasione fiscale.