Giochi e scommesse: parte la caccia agli evasori digitali
- 29 Ottobre 2019
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista
Aumento dei controlli e stop ai pagamenti verso operatori che, privi di autorizzazione, raccolgono in Italia scommesse per allibratori stranieri
di Ivan Cimmarusti
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Con i cinque piani di intervento svolti nell’anno passato dalla Guardia di finanza in tema di giochi e scommesse, si alza il livello di accertamento per individuare forme di riciclaggio ed evasione. L’obiettivo è tracciare il flusso di denaro che finisce a bookmaker stranieri. Una stretta che riguarda, in particolare, i Centri di trasmissione dati (Ctd), canale privilegiato utilizzato dagli allibratori esteri sprovvisti di concessione e di licenza di Pubblica sicurezza, per promuovere scommesse in Italia.
Il fenomeno
Numeri alla mano le verifiche hanno già prodotto dei risultati: 7.922 interventi, 2.056 violazioni e 15.322 soggetti verbalizzati. Al lavoro c’è il Nucleo speciale entrate delle Fiamme gialle, che sta ricostruendo la rete di scommesse illegali sul territorio nazionale. Ma c’è ancora molto da scavare. Almeno questo credono i tecnici del Mef e dei Monopoli che lavorano alla nuova stretta in arrivo con il decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio.
La stretta sui centri di trasmissione dati
Le agenzie che raccolgono il gioco in Italia senza concessione potrebbero vedersi bloccare ogni forma di pagamento. La bozza del Dl fiscale introduce il divieto per gli operatori bancari, finanziari e postali e per i soggetti emittenti carte di credito «di procedere alle operazioni di trasferimento di denaro a favore di soggetti che raccolgono gioco in Italia, attraverso reti telematiche o di telecomunicazione, in mancanza di concessione o, comunque, di qualsiasi altro titolo abilitativo richiesto all’esercizio di tale attività». La violazione comporta il pagamento di una sanzione amministrativa che va da 300mila a 1,3 milioni di euro per ogni irregolarità accertata.