Il CNDCEC approva la riforma dell’ordinamento professionale: cosa cambia?

Il CNDCEC ha approvato il nuovo ordinamento professionale della categoria: il testo sarà ora posto all’attenzione delle forze politiche. La riforma interviene su numerosi aspetti della professione: dall’oggetto alle norme sulle incompatibilità, dall’esercizio della professione in forma associata alla disciplina del tirocinio; le novità toccano anche la regolamentazione dei consigli di disciplina territoriali e nazionale, la morosità e conseguente sospensione o cancellazione dall’albo, la disciplina dei compensi, l’assicurazione professionale e le specializzazioni. Per quanto riguarda le elezioni del Consiglio nazionale, è previsto un sistema elettorale misto (50% ai consiglieri degli Ordini territoriali e 50% agli iscritti).

Dal comunicato stampa pervenuto, si apprende che il documento è stato approvato nella seduta del 19 novembre all’unanimità dei presenti – assenti il vice presidente Michele de Tavonatti e la consigliera Gabriella Viggiano – e nei prossimi giorni sarà sottoposto all’attenzione delle forze politiche.

Nell’attesa di poter leggere il testo, la cui bozza sottoposta al vaglio degli Organi territoriali è stata oggetto di precedenti riflessioni sulle pagine di IPSOA Quotidiano, dal comunicato stampa prendiamo atto che, come dichiara il Presidente De Nuccio, si tratta di una “riforma fondamentale che guarda al futuro, una nuova carta d’identità della nostra categoria”.

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Il comunicato prosegue affermando che “si tratta di una riforma che interviene in maniera significativa su numerosi aspetti della professione. Modifiche sono state apportate all’oggetto della professione, alle norme sulle incompatibilità, sull’esercizio della professione in forma associata, sulla disciplina del tirocinio, sulla regolamentazione dei consigli di disciplina territoriali e su quello nazionale. Novità anche in tema di morosità e conseguente sospensione o cancellazione dall’albo, sulla disciplina dei compensi, sull’assicurazione professionale, sul sistema elettorale e sulle specializzazioni”.

“Con l’approvazione di questo testo”, commenta il Presidente Elbano de Nuccio, “abbiamo scritto una pagina fondamentale per il futuro della professione. Ora sarà massimo il nostro impegno per illustrare la riforma a tutte le forze politiche, affinché si giunga in tempi rapidi ad un suo approdo in Parlamento”. “Si tratta di una riforma ampia e organica”, aggiunge, “nella riscrittura della nostra carta d’identità il Consiglio nazionale ha affrontato questioni nevralgiche per la professione e per la sua futura evoluzione strettamente correlate a un contesto normativo e socioeconomico delle professioni ordinistiche, e del Paese in generale, in repentino e continuo cambiamento”.

L’iter della riforma

Come abbiamo avuto modo di esaminare in precedenza, il Consiglio Nazionale aveva messo a disposizione degli Ordini territoriali una prima bozza del documento in data 27 maggio; all’esito delle modifiche e proposte pervenute, in data 23 luglio è stata messa a disposizione una seconda bozza, cui hanno fatto seguito, il 25 luglio, ulteriori precisazioni in merito al testo dell’art. 25 sul sistema elettorale.

Sul primo documento, le attenzioni degli interlocutori si è sostanzialmente soffermata sul sistema elettorale, attenzioni che lasciavano aperta la discussione su due distinte soluzioni, e ben diverse formulazioni, dell’art. 25 contenute nella bozza resa il 23/25 luglio scorso.

Verso un sistema elettorale misto

Al riguardo, nel comunicato stampa del CNDCEC c’è modo di leggere dettagliatamente che “per le elezioni del Consiglio nazionale si è scelto un sistema elettorale misto (50% ai consiglieri degli Ordini territoriali e 50% agli iscritti).

Confermata la quota riservata al genere meno rappresentato nelle liste elettorali (due quinti), c’è l’introduzione di una quota riservata agli under 45. Una scelta “ispirata alla volontà di coinvolgimento di tutti i colleghi iscritti nell’albo e dalla necessità che questi siano non solo adeguatamente rappresentati, ma anche protagonisti sia nella scelta dei rappresentanti territoriali, sia di quelli nazionali”, sottolinea. “L’obiettivo di fondo è l’incremento della democraticità del sistema elettorale, con un conseguente allargamento della base elettorale”.

Per il Presidente de Nuccio “il sistema misto consente di tener conto della volontà degli iscritti e al contempo di non rinunciare al riconoscimento dell’importante ruolo svolto dai Consigli degli Ordini, facilitando, attraverso l’attribuzione del voto ai Consiglieri un’ulteriore estensione dell’elettorato attivo. Il nuovo sistema di voto, inoltre, se da un lato determina implicitamente una revisione del peso elettorale espresso dai Consigli degli Ordini, dall’altro consente agli Ordini più grandi di continuare ad avere un peso maggiore rispetto agli Ordini di minori dimensioni, perché i loro iscritti avranno maggiore incidenza – essendo più numerosi – nell’espressione del voto e conseguentemente nell’elezione del Consiglio Nazionale. Il passaggio dal sistema attuale al sistema misto lascia invariato il peso elettorale di ogni Ordine. Nel sistema misto, infatti, la maggiore regressività (degli Ordini più grandi rispetto ai più piccoli), dovuta alla modifica del voto ai Consiglieri degli Ordini, viene compensata dal recupero del peso degli iscritti. Nel sistema anteriforma agli Ordini più grandi è attribuito un peso inferiore al numero di iscritti in virtù di un principio di perequazione. Con il nuovo sistema elettorale misto viene rispettato il principio di perequazione, mentre l’intero sistema risulta molto più democratico perché viene dato più peso agli iscritti”.

Per tener conto del principio della segretezza e libertà della partecipazione al voto è previsto che l’elezione del Consiglio nazionale avvenga con votazione segreta attraverso l’utilizzo di apposita piattaforma informatica.

Per tener conto del ruolo degli Ordini di maggiori dimensioni e del fatto che il voto è attribuito ai singoli consiglieri è stata riformulata la composizione dei consigli degli Ordini prevedendo le seguenti classi:

– 15 membri, se gli iscritti superano il numero di 1.500 ma non quello di 2.000;

– 17 membri, se gli iscritti superano il numero di 2.000 ma non quello di 3.000;

– 19 membri, se gli iscritti superano il numero di 3.000 ma non quello di 4.500;

– 21 membri, se gli iscritti superano il numero di 4.500.

Preso atto di quanto comunicato, attendiamo ora di poter leggere il testo licenziato quest’oggi per prendere atto delle modificazioni sopraggiunte rispetto all’ultima bozza esaminata, della quale, ad ogni buon conto, abbiamo avuto modo di commentare, e di apprezzare, gli importanti segnali che se ne derivano, atti a puntualizzare aspetti identitari assolutamente fondamentali per la categoria, per essere al passo con i tempi e l’evoluzione del “libero mercato”, nel segno della trasparenza e dell’affidabilità del ruolo della professione del Dottore Commercialista ed Esperto Contabile rispetto, non solo alla clientela, ma soprattutto alla intera collettività.

Aspetti che dalla bozza esaminata emergono sin dall’inizio, da varie modifiche proposte al testo del D.Lgs. n. 139/2005 in vigore: dalla completa riformulazione dell’art. 1, innovativamente intitolato “Disciplina dell’ordinamento della professione”, e dall’introduzione del nuovo art. 1-bis che, in luogo del precedente art. 1, disciplina, con importanti modifiche, le materie e gli ambiti che formano “Oggetto della professione”.

La parola passa ora alle forze politiche auspicando, come afferma il Presidente De Nuccio, che il provvedimento che sarà definito costituisca la “riforma fondamentale che guarda al futuro, una nuova carta d’identità della nostra categoria”.

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