La composizione dei Cda
Mantenendo invariato il numero dei membri del Cda rispetto alle imprese non familiari, secondo lo studio, il 28% dei membri del consiglio risulta appartenente alla famiglia.
Un dato in linea con quello di Francia e Spagna (26%). Soltanto in Germania cala la presenza di membri della famiglia nel consiglio di amministrazione. In Italia la famiglia tende ad esercitare un alto livello di controllo sull’azienda, mantenendo le dimensioni del Consiglio contenute.
La sfida dell’internazionalizzazione
Rispetto agli altri Paesi considerati dallo studio, le imprese familiari italiane risultano devono colmare un gap di internazionalizzazione del proprio Cda: solo il 7% dei consiglieri è straniero, contro il 13% è nelle imprese non familiari. Il divario con gli altri paesi è netto: 30% in Francia, 18% in Germania e 17% in Spagna, a testimonianza di una maggior apertura internazionale delle imprese familiari di questi paesi.
La digitalizzazione
«Family business study 2019» rileva una maggior digitalizzazione media dei consiglieri negli altri Paesi rispetto all’1% dell’Italia (Francia 11%), insieme a una maggiore presenza di membri del Consiglio con precedenti esperienze di Ceo (Italia 36%, Spagna 43%, Francia 47%), e una maggiore esperienza di contabilità e finanza (Italia 7%, 16% Germania, 20% Francia).
Come emerso dai dati spagnoli (90%), anche in Italia (86%) il ruolo di presidente dell’impresa familiare sembra essere appannaggio quasi esclusivo della compagine familiare: solo in pochi casi tale carica risulta assegnata ad un membro del Cda esterno alla famiglia proprietaria. Più frequentemente ciò accade in Francia (52%) e in Germania (16%).