La flat tax continua ad essere, da almeno un paio d’anni, un argomento da prima pagina dei quotidiani e a destare l’attenzione dei commentatori.
E a ragione direi.
Aggiungerei anche che non ha importanza se verrà realizzata con la Manovra economica 2020 sulla quale si concentrerà il Governo già dal prossimo mese di settembre, o se sarà rinviata per esigenze di bilancio o per nuove elezioni politiche. Quello che conta è che una proposta siffatta di radicale trasformazione del sistema d’imposizione personale sul reddito sia presente nei programmi elettorali di uno degli azionisti di questo Governo e di quelli dei partiti che secondo le previsioni dei più accreditati istituti di ricerca potrebbero ottenere la maggioranza parlamentare alle prossime elezioni.
È sufficiente questa condizione/probabilità per far sì che la flat tax sia presa sul serio e costituisca un argomento su cui continuare a riflettere e a interrogarsi, non solo per gli effetti che potrà avere sul sistema di riparto delle spese dello Stato tra i membri della collettività, ma anche per la sopravvivenza stessa dello stato sociale così come lo conosciamo.