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L’arma dei dati per obiettivi più ambiziosi

L’arma Dei Dati Per Obiettivi Più Ambiziosi

Com’è facile intuire, oggi solo un controllo puntuale da parte dell’amministrazione può fare emergere il mismatch tra scontrino rilasciato e annotazione sul registro dei corrispettivi. Ma i controlli, si sa, non sono così frequenti. Ecco allora che con la trasmissione telematica si dovrebbe risolvere almeno questo problema, perché il registratore di cassa di nuova generazione (Rt, registratore telematico) invierà “automaticamente” e in tempo quasi reale i dati degli scontrini all’amministrazione. E non potrà quindi più esserci alcuna discrasia tra gli “scontrini battuti” e quelli effettivamente annotati nel registro dei corrispettivi (tecnicamente, lo scontrino fiscale scompare e viene sostituito da un documento commerciale che potrà servire come “prova d’acquisto” per la garanzia oppure per un cambio merce).

…e quello più problematico

L’invio obbligatorio e automatico dei corrispettivi appare invece piuttosto debole per contrastare chi gli scontrini non li emette affatto. Un po’ come accade per la fattura elettronica, questi strumenti consentono di intercettare truffe e frodi, chi dichiara e non versa, oppure chi versa meno del dovuto, chi fa compensazioni che non deve fare. A ben vedere, preoccupa quel che ribadisce l’Ufficio parlamentare di bilancio nel suo «Rapporto sulla politica di bilancio 2020». E cioè che questi strumenti potrebbero addirittura «incentivare forme di evasione con consenso (cioè quelle in cui esiste un accordo tra acquirente e venditore), ampliando anziché riducendo l’evasione nelle cessioni con il consumatore finale».

Il tema è rilevante. E sposta l’attenzione su come l’amministrazione riuscirà a utilizzare le (nuove) informazioni di cui dispone e con quali nuove competenze. Insomma, siamo a un bivio. Se tutti questi dati saranno utili solo per intercettare le irregolarità di chi emette scontrini/fatture e poi non dichiara, allora avremo fatto un passo utile, ma decisamente parziale. Se invece si avrà la capacità di andare oltre il semplice controllo incrociato dei versamenti e se le Entrate saranno davvero in grado di usare questi dati in modo innovativo per l’analisi del rischio fiscale, allora lo sforzo – specie quello chiesto ai contribuenti onesti – sarà almeno giustificato.

La sfida è sulla capacità di svolgere analisi sull’attendibilità dei margini di ricavo, sugli scostamenti rispetto a comportamenti considerati normali, sul numero e sulla frequenza delle transazioni, anche in relazione a determinati periodi dell’anno (il black friday o le feste natalizie, per esempio) e persino in relazione alle fasi del ciclo economico. Si dovrà poi capire se e come questa attività verrà coordinata con l’uso dell’archivio di rapporti finanziari. E, particolare non irrilevante, che cosa ne farà l’amministrazione finanziaria di tutti i dati (almeno potenziali) relativi ai pagamenti tracciabili.

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