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Lavoratori extracomunitari e immigrazione: le considerazioni del CNDCEC

Lavoratori Extracomunitari E Immigrazione: Le Considerazioni Del Cndcec

L’alta incidenza percentuale di lavoratori extracomunitari impiegati in agricoltura, edilizia e lavori domestici mostra la tendenza dei lavoratori italiani al rifiuto di lavori maggiormente gravosi. Lo ha evidenziato il CNDCEC, nel corso del Convegno nazionale della categoria professionale dedicato al tema immigrazione, dove ha specificato che si può guardare al fenomeno migratorio come una risorsa per il Paese, ma in ogni caso permane l’esigenza di una migliore programmazione dei flussi di ingresso per consentire un accesso regolare al mercato del lavoro. Questa dovrebbe essere accompagnata da politiche di tutela della legalità e di migliore integrazione dei lavoratori stranieri.

Il CNDCEC ha pubblicato dei comunicati stampa in data 19 novembre 2019 riguardanti il Convegno nazionale della categoria professionale dedicato al tema immigrazione.

Il Presidente del CNDCEC Miani ha affermato che la presenza degli extracomunitari nel mercato del lavoro è un tema politicamente delicato e critico nel nostro Paese e nel dibattito europeo.

Su tale tematica ha molta importanza la professione dei Commercialisti, per cui si necessita di un approccio coerente anche a livello legislativo che porti al suo pieno riconoscimento.

Il presidente dei commercialisti ha ricordato come da sempre la categoria si occupa di fatto e di diritto della materia del lavoro. Il Commercialista si occupa di tutti gli aspetti della consulenza aziendale quali strategie aziendali, organizzazione aziendale, accordi commerciali, politiche di bilancio, fiscali e tributarie, gestione della crisi aziendale, finanziamenti agevolati, e può effettivamente prestare, in tale materia, non solo assistenza per quanto riguarda gli adempimenti, ma una vera consulenza di supporto per il management aziendale.

Nello specifico, i commercialisti che si occupano di consulenza in ambito giuslavoristico sono circa il 25% dei quasi 119.000 iscritti.

Il Consigliere nazionale dei commercialisti delegato all’area economia e fiscalità del lavoro, Roberto Cunsolo, ha evidenziato che il numero di ingressi di extracomunitari nel nostro Paese è inferiore alle effettive necessità e i decreti che si sono susseguiti con cadenza annuale non sembrano emanati con attenzione al funzionamento reale del mercato del lavoro.

L’ultimo vero “decreto flussi” propedeutico all’ingresso nel nostro Paese per motivi di lavoro, è stato emanato nel 2010. L’impressione è che le “quote” per lavoro subordinato siano state sostanzialmente azzerate in coincidenza con il notevole incremento del numero di richiedenti asilo.

I dati diffusi nei mesi scorsi dal Ministero del lavoro dimostrano che gli stranieri nel mercato del lavoro italiano rappresentano un fenomeno sostanzialmente contenuto, che potrebbe essere governato in una prospettiva di maggiore sostenibilità per il sistema Paese. Bisogna quindi sgombrare il campo da approccio ideologico al tema migranti e lavorare per una piena integrazione.

In ogni caso permane l’esigenza di una migliore programmazione dei flussi di ingresso per consentire un accesso regolare al mercato del lavoro. Questa dovrebbe essere accompagnata da politiche di tutela della legalità e di migliore integrazione dei lavoratori stranieri.

Infatti, l’alta incidenza percentuale di lavoratori extracomunitari impiegati in agricoltura, edilizia e lavori domestici mostra la tendenza dei lavoratori italiani al rifiuto di lavori maggiormente gravosi.

Senza politiche efficaci di integrazione non si riesce a contrastare il fenomeno diffuso di inattività al lavoro, con specifico riguardo alla componente femminile extracomunitaria, fortemente condizionato da retaggi culturali incompatibili con i livelli di emancipazione sociale e dignità dell’individuo garantiti in Italia.

Nello specifico, la riduzione della popolazione straniera inattiva e la garanzia per i lavoratori stranieri di un lavoro nel rispetto della legalità consentono di guardare al fenomeno migratorio come una risorsa per il Paese.

A cura della Redazione

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