La strada è ancora lunga per arrivare ai 7,2 miliardi di maggiori entrate da lotta all’evasione indicati dal Governo nella Nota di aggiornamento al Def. Dalla bozza del decreto legge fiscale collegato alla manovra il conto non arriva a superare 3,5 miliardi di euro
di M. Mobili e G. Parente
Conte a sindacati: lotta a evasione unico modo per ridurre tasse
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La strada è ancora lunga per arrivare ai 7,2 miliardi di maggiori entrate da lotta all’evasione indicati dal Governo nella Nota di aggiornamento al Def. Dalla bozza del decreto legge fiscale collegato alla manovra di bilancio e circolata in questi giorni con la doppia stretta sulle compensazioni per imprese e cittadini e il giro di vite su accise e carburanti, nonché il contrasto al gioco illegale e la riapertura della rottamazione, il conto non arriva a superare 3,5 miliardi di euro.
Al conteggio mancano ancora le stime di maggiori entrate sul fronte della lotta al gioco d’azzardo così come le minori spese sulla revisione degli affitti della pubblica amministrazione, ma difficilmente le norme attualmente indicate nella bozza riusciranno a far salire l’asticella dei recuperi dall’evasione fiscale fino ai fatidici 7,2 miliardi indicati nella Nadef. Certo è che il menù delle opzioni per contrastare l’evasione sarà sicuramente ancora molto ampio e che qualche carta il Governo dovrà ancora giocarla e renderla nota. Ma altrettanto vero è che lo stesso Governo dovrà misurarsi con l’effetto spesso invasivo e depressivo che questi strumenti di lotta all’evasione finiscono per produrre sul sistema produttivo e sui consumatori. Lo stesso slogan di un ritorno delle «manette agli evasori» potrebbe avere come primo effetto quello di frenare possibili investitori dall’estero e non tanto gli evasori.
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Secondo i tecnici che lavorano al decreto, poi, l’ipotesi del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, di recuperare fino a 5 miliardi dalle indebite compensazioni non appare al momento realistica. Il conteggio della ragioneria sulla possibilità di utilizzare i crediti d’imposta (Iva, Ires, Irpef, addizionali eccetera) 10 giorni dopo la presentazione delle dichiarazioni dei redditi, si ferma a un recupero in termini di minore spesa per le casse dello Stato di 1,084 miliardi per il 2020 e a 878 milioni a regime dal 2021.