Manovra, cosa cambia per le partite Iva: meno accertamenti per chi fa solo fatture elettroniche
- 1 Novembre 2019
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista
Riduzione di un anno dei termini di controllo con la scelta dell’e-fattura. Tetto a 30mila euro per chi percepisce anche redditi da lavoro o pensione
di Marco Mobili e Giovanni Parente
Manovra, Conte: profluvio balzelli e attacco a partite Iva? Falso
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E stretta fu. Nonostante i tanti annunci delle forze politiche di governo di voler evitare l’introduzione dei vincoli messi nero su bianco dal Dpb (documento programmatico di bilancio) inviato a Bruxelles, l’ultima bozza del Ddl di Bilancio conferma i paletti al regime forfettario per le partite Iva fino a 65mila euro.
Esclusione dalla flat tax per chi eroga compensi ad addetti e collaboratori superiori a 20mila euro lordi all’anno e per chi, oltre all’attività autonoma o imprenditoriale, percepisce anche un reddito da lavoro dipendente o da pensione superiore a 30mila euro.
Non scatterà, invece, l’obbligo di fatturazione elettronica, come inizialmente ipotizzato per restringere la platea del regime fiscale agevolato, ma si prevede un meccanismo premiale per chi tra i forfettari sceglierà l’e-fattura per tutte le cessioni di beni o prestazioni di servizi effettuati.
In questo caso, infatti, la bozza di manovra garantisce il “taglio” di un anno dei termini a disposizione del Fisco per effettuare accertamenti: in pratica il tempo a disposizione dell’amministrazione finanziaria passerebbe dai 5 ordinari ai 4 anni successivi alla presentazione della dichiarazione.
No al tetto sui beni strumentali
Il solo paletto che la politica (per ora) ha deciso di non introdurre è quello relativo ai beni strumentali. Quindi massima libertà anche nel 2020 per chi tra i forfettari decide di effettuare investimenti per la propria attività.