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Manovra, tagliare i bonus fiscali? Le 4 ragioni che rendono la sfida impossibile

Manovra, Tagliare I Bonus Fiscali? Le 4 Ragioni Che Rendono La Sfida Impossibile

2.La lista delle agevolazioni tende sempre ad allungarsi. Non solo per la proliferazione di deduzioni e detrazioni. Ma anche per la quantità di regimi sostitutivi dell’Irpef, il cui gettito annuo supera ormai i 16 miliardi. Dalla cedolare sugli affitti al regime forfettario per le partite Iva, fino alla sostitutiva sulle lezioni per gli insegnanti introdotta dall’ultima manovra.

E non finisce qui. La stessa Nota al Def prefigura nuovi bonus. Si legge, infatti, che «saranno previsti incentivi e agevolazioni che perseguiranno l’obiettivo di proteggere l’ambiente e favorire la crescita e l’economia circolare». D’altra parte, anche se l’Unione europea chiede di «ridurli», i bonus sono leve potenti di politica fiscale ed economica. Non possono aiutare i cittadini a basso reddito (incapienti), ma – se ben congegnati – promuovono l’emersione del nero, sostengono settori da rilanciare, premiano consumi virtuosi.

3.Il grosso degli sconti fiscali riservati alle persone fisiche è “strutturale” o “intoccabile”. La deduzione sull’abitazione principale serve, di fatto, a neutralizzare il prelievo sulla casa di famiglia. La detrazione per lavoro dipendente e pensione – che vale 42,8 miliardi su 69 di detrazioni, cioè il 62% – contribuisce a disegnare la curva della progressività dell’Irpef. Una sua eliminazione farebbe aumentare le imposte sulle buste paga, mentre la manovra si propone di ridurle agendo sul cuneo fiscale.

Degli altri 26,2 miliardi di detrazioni, 12,3 sono assorbiti da quella per i familiari a carico. E anche in questo caso il taglio non è ipotizzabile: al massimo, si può pensare a un restyling abbinato all’assegno unico per la famiglia.

Altre detrazioni derivano spese sostenute (o avviate) in anni precedenti: 6 miliardi sulle ristrutturazioni edilizie, 1,5 miliardi sull’ecobonus, 321 milioni sul bonus mobili, 855 sui mutui prima casa. Immaginare un taglio è pressoché impossibile: non solo per tutelare il legittimo affidamento dei contribuenti, ma anche perché il ministro dello Sviluppo economico ne ha annunciato il rinnovo (e un taglio retroattivo minerebbe alla radice la credibilità della proroga).

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