Su 51 bonus fiscali (tra detrazioni e deduzioni) inseriti in 1,3 milioni di dichiarazioni dei redditi presentate quest’anno, dieci non ammettono il cash mentre per altre 23 usare la moneta di carta è di fatto impossibile
di Cristiano Dell’Oste
Bonus anti-contante: favorevole il 58% degli italiani
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Per ignoranza della legge o amore del contante, gli italiani perderanno una bella fetta di bonus fiscali. Lo prevede la relazione tecnica alla manovra, commentando la norma che – dal 1° gennaio 2020 – imporrà di pagare con mezzi tracciabili le spese detraibili al 19%, se si vuole avere lo sconto fiscale. È un effetto difficile da stimare, ma probabile, anche se la maggior parte delle agevolazioni richiede già il pagamento con mezzi tracciabili.
Dal tram alle spese veterinarie
Il Caf Acli ha monitorato per Il Sole 24 Ore 51 bonus fiscali (tra detrazioni e deduzioni) inseriti in 1,3 milioni di dichiarazioni dei redditi presentate quest’anno. Per dieci di queste agevolazioni il cash è già vietato, per altre 23 è di fatto impossibile. «Pensiamo ai premi assicurativi, che nessun assicuratore può più incassare in contanti, o alla rata del mutuo, o ancora alle tasse universitarie», spiega Paolo Conti, direttore generale del Caf Acli.
Restano 18 spese per le quali il contante è utilizzabile. Su 15 di queste – detraibili al 19% – si propone di intervenire dal 2020 la manovra. Lo sconto più diffuso è quello sulle spese mediche, inserite nel 75,3% dei modelli 730 e Redditi presentati tramite il Caf Acli. Seguono le spese per attività sportive dei bambini e dei ragazzi (7,2%), gli abbonamenti a bus, metro e tram (5,9%), le spese veterinarie (5,9%) e quelle funebri (2,1%).
Sotto l’1%, invece, i bonus sull’affitto degli universitari, le parcelle agli agenti immobiliari, le spese per il restauro di beni vincolati e quelle per disturbi certificati dell’apprendimento.
Bonifici, carte e assegni
La manovra prevede un regime misto: