Non solo Fca: da Ubs a Apple a Kering, così il fisco ha già recuperato 2,2 miliardi

Accordo da oltre un miliardo
Kering ha definito il contenzioso con il fisco italiano attraverso la procedura di accertamento con adesione, una procedura che consente al contribuente di definire le imposte dovute ed evitare la lite tributaria vera e propria. Per effetto di questo accordo, il gruppo a maggio dello scorso anno si è impegnato a versare 1,25 miliardi di euro: 897 milioni di euro di tasse, cui si aggiungono multe e interessi.

L’accordo di Ubs
A luglio di quest’anno è stato definito un altro importante accordo con Ubs. Il gruppo bancario svizzero ha chiuso il contenzioso con l’Italia per evasione fiscale con un accordo da 101 milioni di euro. Le contestazioni, in quel caso, riguardavano operazioni effettuate nell’arco di cinque anni dal 2012 e partivano dall’attività di contrasto illeciti dell’agenzia delle Entrate, di concerto con la procura della repubblica di Milano.

Mancata dichiarazione
I rilievi riguardavano la mancata dichiarazione di redditi di capitale e redditi di impresa, oltre alle sanzioni per la violazione degli obblighi sul monitoraggio fiscale. Attraverso l’accordo è stato possibile formalizzare la presenza in Italia di Ubs per le successive annualità di imposta, con la relativa presentazione della dichiarazione e la garanzia di entrate tributarie costanti nel nostro paese.

Doppio accordo con Mediolanum
A dicembre del 2018 c’è stato, poi, un doppio accordo tra il Gruppo Mediolanum e l’agenzia delle Entrate, che ha portato il pagamento di circa 79 milioni di euro per sanare contestazioni sui rapporti con due controllate: 72 relativi all’irlandese Mediolanum international funds limited e 7 relativi alla lussemburghese Gamax management AG. In quel caso, molto articolato, veniva contestato che Mediolanum international funds fosse italiana e non irlandese, con conseguenze rilevanti int ermini di maggiore tassazione. Con quell’accordo è stato ricosciuto, tra le altre cose, che la società operava effettivamente in Irlanda.

I giganti del digitale
C’è, poi, tutto il filone dei colossi del digitale. Da loro, nel corso degli ultimi anni, l’agenzia delle Entrate ha recuperato, con diverse operazioni, una cifra vicina al miliardo di euro. A partire da Facebook. Secondo la ricostruzione dell’agenzia, che nel 2018 ha messo sotto la lente il periodo compreso tra il 2010 e il 2016, il colosso statunitense aveva creato un’organizzazione di filiali societarie, come Facebook Ireland limited (operante in Europa) e Facebook Ireland holdings (con sede alle isole Cayman), con l’obiettivo di versare meno tasse.

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