Metà dei professionisti e dei lavoratori autonomi che hanno aperto una partita Iva nel 2019 hanno scelto il forfait. Molti i soci di piccole società o componenti di studi associati che hanno chiuso la “ditta”
di Cristiano Dell’Oste e Giovanni Parente
Partite Iva, cosa rischia chi ha scelto la flat tax
3′ di lettura
Cominciamo dalle cifre. Metà dei professionisti e degli autonomi che hanno aperto una nuova partita Iva nel 2019 hanno optato per il regime forfettario. Per la precisione, il 48,2 per cento. Dato che sale al 66% se si guarda solo alle nuove posizioni aperte dalle persone fisiche. È un tasso di adesione praticamente doppio rispetto a quello registrato dal vecchio regime dei minimi introdotto dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel 2011. Ed è una conferma del fatto che la
flat tax per le partite Iva è stata prescelta da quasi tutti coloro che hanno ricavi o compensi sotto la soglia dei 65mila euro.
Sarebbe esagerato, però, parlare di un boom di nuove partite Iva. Di fatto, l’aumento su base annua è stato del 6,4% (32.900 nuove posizioni) e il totale non ha superato i picchi del 2014 (quando ci fu la corsa per prenotare il vecchio regime dei minimi) e del 2012 (quando probabilmente la crisi spinse a mettersi in proprio molti giovani disoccupati o dipendenti licenziati). Insomma, l’aumento del limite dei ricavi a 65mila euro – introdotto a partire dal 1° gennaio 2019 dalla penultima legge di Bilancio – sembra essere stato usato soprattutto da soggetti che già avevano una partita Iva e che hanno approfittato della nuova tassazione agevolata.
Vanno in questa direzione anche il dato delle partite Iva relative a società di capitali (-5,7%) e società di persone (-12,9%). Un doppio calo
che dimostra come molti professionisti e autonomi abbiano preferito operare su base individuale anziché societaria. Anche perché il possesso di quote di Snc e Sas è incompatibile con il regime forfettario.
Il dato anagrafico
Interessante anche il dato anagrafico. L’anno scorso quasi metà delle partite Iva è stato aperto da giovani (il 44,8% è riconducibile a under 35). Ma, tra il 2018 e il 2019, sono soprattutto le posizioni attivate dai contribuenti più anziani a essere aumentate (+29,1% su base annua).
Chi sono questi senior della flat tax? I numeri non lo dicono, ma non è azzardato ipotizzare che tra loro ci siano anche molti soci di piccole società o componenti di studi associati che hanno chiuso la “ditta”. Tutti soggetti attratti dal risparmio fiscale, ma anche dalla possibilità di evitare le complicazioni tributarie legate a una eventuale futura cessione dello studio professionale.