Partite Iva, ecco che cosa fare se non si rientra più nel forfettario

dopo telefisco

Le cause di esclusione (redditi da lavoro dipendente oltre 30mila euro e compensi ai collaboratori oltre 20mila) dovrebbero essere operative da subito

di Gian Paolo Tosoni


Partite Iva, cosa rischia chi ha scelto la flat tax

4′ di lettura

Accantonata la speranza del rinvio al 2021 delle nuove cause di esclusione, le persone fisiche che esercitano attività di impresa o arti e professioni che dal 2020 devono abbandonare il regime forfettario si devono organizzare per osservare i diversi adempimenti fiscali. Resta l’auspicio – emerso anche nel corso di Telefisco 2020 – che in questo caso si applichi il termine di 60 giorni decorrenti dal 1° gennaio 2020 (articolo 3 della legge 212/2000).

Coinvolti centinaia di migliaia di contribuenti
I contribuenti fuori dal forfait in seguito alle nuove cause di esclusione (redditi da lavoro dipendente o assimilati superiori a 30mila euro, spese per il personale dipendente superiore a 20mila euro) vengono stimati in alcune centinaia di migliaia e prevalentemente sono coloro che, pur titolari di partita Iva, hanno percepito lo scorso anno redditi di lavoro dipendente o pensione di ammontare superiore a 30mila euro.

Cosa fare
Questi contribuenti, per prima cosa, devono applicare l’Iva sulle cessioni di beni e prestazioni di servizi e di questo è necessario avvertire i propri clienti che erano abituati a non pagarla. In presenza di rapporti preesistenti si deve precisare che il compenso eventualmente già concordato sarà maggiorato dell’imposta. Se a fronte della prestazione di servizio o cessione di beni la fattura è stata emessa nel 2019 ovviamente senza Iva, ancorché venga pagata nel 2020, l’imposta non deve essere aggiunta o scorporata in quanto l’operazione si intende effettuata lo scorso anno.

Procurarsi il codice unico
Quindi gli ex forfettari devono dotarsi del codice univoco al fine di poter emettere la fattura elettronica (sono esclusi solo i medici). Inoltre, è loro facoltà (ma assai opportuno), trasmettere alla agenzia delle Entrate in via telematica la procura eventualmente rilasciata a favore di un intermediario per i servizi telematici offerti dalla agenzia delle Entrate (consultazione, conservazione fatture elettroniche eccetera).

La nuova contabilità Iva
Quindi questi contribuenti devono impostare la contabilità Iva costituita dal registro delle fatture emesse e degli acquisti per la registrazione delle relative fatture. Inoltre dovranno effettuare le liquidazioni periodiche dell’Iva, la prima mensile entro il 16 febbraio a meno che optino per la liquidazione trimestrale entro il 16 maggio se il volume di affari risulta non superiore ai limiti previsti dall’articolo 7 del Dpr 542/99. Devono altresì trasmettere trimestralmente lo spesometro se effettuano operazioni con l’estero diverse da quelle risultanti dalle bollette doganali.

Fonte