Partite Iva, perché la corsa alla flat tax è a rischio flop
- 12 Novembre 2019
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista
Tra gennaio e settembre 217mila nuove partite Iva hanno scelto il regime forfettario: sono il 50,6% delle nuove aperture. Con il Ddl di Bilancio in arrivo una doppia stretta su compensi a collaboratori che non potranno superare i 20mila euro e il cumulo con i redditi da lavoro dipendente con la tagliola che scatterà a 30mila euro. Dubbi del servizio studi del Senato: le quantificazioni di recupero di gettito rischiano di non essere corrette
di Marco Mobili e Giovanni Parente
Partite Iva, cosa rischia chi ha scelto la flat tax
2′ di lettura
L’attrazione fatale per la flat tax ha portato una nuova partita Iva su due tra quelle aperte da inizio anno a scegliere il regime forfettario. Da gennaio a settembre, infatti, sono oltre 217mila autonomi e mini-imprese (50,6%) che hanno scelto il regime agevolato con imposta sostitutiva al 15% (o al 5% per le start up) su un totale di quasi 434mila nuove aperture di attività.
È quanto emerge dall’aggiornamento sull’Osservatorio delle partite Iva del dipartimento delle Finanze. A questi 217mila si aggiungono altri 285mila nuovi forfettari che sono passati dal regime ordinario a quello agevolato così come è emerso dalla dichiarazione Iva presentata a ottobre.
L’incognita della stretta in arrivo
Un’attrazione amplificata dalle modifiche introdotte dalla legge di Bilancio dello scorso anno che , oltre ad elevare per tutti la soglia di ricavi o compensi fino a 65mila euro annui, ha anche eliminato i vincoli su beni strumentali, compensi a collaboratori e addetti impiegati e il limite dei 30mila euro per chi ha redditi da lavoro dipendente o pensione.
Ora, però, sui due ultimi punti la manovra trasmessa in Parlamento fa marcia indietro nel tentativo di limitare gli abusi e, considerata la corsa all’ingresso, la possibilità di ulteriore perdita di gettito legata all’applicazione dell’imposta sostitutiva, che appunto si “sostituisce” a Irpef e addizionali e all’Irap. Senza dimenticare che i forfettari non sono soggetti all’Iva e agli adempimenti dichiarativi collegati, oltre che all’obbligo di fattura elettronica.