Per IMU e TASI in arrivo accorpamento, semplificazioni e controlli potenziati
- 14 Ottobre 2019
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista
Tra le misure di contrasto all’evasione fiscale che dovrebbero trovare spazio nel decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020, è atteso anche un intervento in materia di IMU e TASI con l’accorpamento dei due tributi e la concessione di maggiori poteri ai Comuni per recuperare più agevolmente le somme non versate. L’unificazione di IMU e TASI avrebbe quale effetto immediato la semplificazione delle aliquote, con la possibilità di fare decollare i modelli precompilati da utilizzare per il pagamento, che verrebbero inviati direttamente al domicilio dei contribuenti.
In Consiglio dei Ministri è atteso il decreto legge collegato alla Manovra economica 2020. Il filo conduttore del provvedimento dovrebbe essere rappresentato dal contrasto all’evasione fiscale.
Sono annunciate diverse misure in tal senso. Sarà prevista una vera e propria “stretta” alle indebite compensazioni, potrebbero essere modificate le soglie di punibilità che faranno scattare le violazioni penali tributarie.
Infine, è atteso un intervento anche in materia di IMU e TASI con l’accorpamento dei due tributi e la concessione di maggiori poteri ai Comuni per recuperare più agevolmente le somme non versate.
La semplificazione IMU e TASI
L’accorpamento dei due tributi non dovrebbe essere meramente formale, ma potrebbe concretamente tradursi nella semplificazione per la gestione e per il calcolo dei tributi locali. L’unificazione avrebbe quale effetto immediato la semplificazione delle aliquote, con la possibilità di fare decollare i modelli precompilati da utilizzare per il pagamento.
I modelli dovrebbero essere inviati direttamente al domicilio dei contribuenti, come inizialmente era previsto sin dall’anno 2011, cioè dall’istituzione dei due tributi ad opera del decreto Monti. Tale possibilità non ha mai visto la luce in quanto resa impossibile dalla miriade di aliquote applicabili collegate alle casistiche infinite che sono state previste e gestite dai singoli Comuni.
Il “nodo” delle aliquote
L’accorpamento dei due tributi non sarà in concreto estremamente semplice e dovrà essere risolto il problema delle aliquote. In base alle disposizioni attualmente in vigore la somma delle aliquote IMU e TASI non può superare il 10,6 per mille. Tuttavia, in alcuni Comuni è stata consentita l’applicazione di un’addizionale dello 0,8 per mille. L’aliquota complessiva in questo caso può raggiungere l’11,4 per mille.
La possibilità temporanea per il Comune di prevedere l’applicazione dell’addizionale TASI dello 0,8 per mille era legata alla possibilità, in favore dei singoli Comuni, di riconoscere ai proprietari dell’abitazione principale specifiche detrazioni d’imposta. In realtà, questa esigenza è venuta meno in quanto, a seguito di un ulteriore e successivo intervento del legislatore, non è più dovuta la TASI sull’abitazione principale.
Nonostante l’intervento normativo, l’addizionale TASI è rimasta e quindi, in conseguenza della prossima modifica, si pone il problema di come gestire il problema e come “recuperare” il gettito aggiuntivo di cui alcuni Comuni hanno potuto beneficiare fino ad oggi.
Al fine di evitare contraccolpi politici l’idea che sta maturando è quella di non incrementare il limite massino delle aliquote pari al 10,6 per mille. In tale ipotesi, si dovrà però rinunciare al gettito aggiuntivo dovuto all’addizionale e l’operazione, considerata la cronica mancanza di risorse, non si profila affatto agevole.
In alternativa, il progetto avrebbe quale oggetto unicamente la semplificazione/accorpamento dei tributi senza rinunciare integralmente al gettito preveniente dalla TASI.
Al fine di raggiungere l’obiettivo “minimo” della semplificazione si dovrebbe prevedere l’introduzione di limiti molto stringenti a carico dei Comuni circoscrivendo al massimo la possibilità di diversificare le aliquote con riferimento alle singole fattispecie. Le variabili risulterebbero così sensibilmente ridotte e l’intervento consentirebbe l’invio a domicilio dei modelli con l’indicazione del tributo dovuto precalcolato.
La semplificazione sarebbe rilevante e le diverse modalità renderebbero anche più agevoli le operazioni di controllo essendo possibile riscontrare entro un breve termine l’eventuale omesso versamento.
I maggiori poteri ai Comuni
Il “piatto forte” dell’intervento dovrebbe essere rappresentato anche dal potenziamento dell’attività di controllo da parte dei Comuni. Dovrebbe essere previsto un intervento radicale di riforma della riscossione da parte degli enti locali con la previsione di un sistema e l’attribuzione di poteri simili a quelli esercitabili dall’Agenzia delle entrate riscossione.
Potrebbe essere introdotto l’accertamento esecutivo in favore degli enti locali e il potenziamento dell’accesso alle banche dati.
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