Relativamente ai proventi derivati da un piano di performance share, la presunzione legale di qualificazione del reddito come reddito di natura finanziaria opera esclusivamente in riferimento ai proventi derivanti da strumenti finanziari con diritti patrimoniali rafforzati, e non riguarda il reddito derivante dalla assegnazione degli stessi, ricompreso tra i redditi di lavoro dipendente o assimilato, nella misura pari alla differenza tra il valore di mercato del titolo e il prezzo pagato dal dipendente. Lo ha chiarito l’Agenzia delle Entrate con la risposta a interpello n. 249 del 13 marzo 2023.
Con la risposta a interpello n. 249 del 13 marzo 2023 in tema di qualificazione di proventi derivati da un piano di performance share, l’Agenzia delle Entrate ricorda che l’assegnazione di azioni ai dipendenti e agli amministratori di società rappresenta, in genere, un’erogazione di un compenso in natura che costituisce reddito di lavoro dipendente o assimilato.
Al di fuori di tale ipotesi, simili assegnazioni devono necessariamente essere ricondotte nell’ambito dei fringe benefits e, come tali, considerate imponibili quali reddito di lavoro dipendente (o assimilato), in ragione del principio di omnicomprensività secondo cui tutte le somme e i valori che il dipendente riceve, anche da terzi, in relazione al rapporto di lavoro, costituiscono reddito di lavoro dipendente (o assimilato).
A cura della Redazione
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