Professionisti: nella fase 2 vince chi è in grado di fare rete
- 24 Aprile 2020
- Posted by: Studio Pozzan
- Categoria: News Commercialista


Non solo allargamento delle presenze fisiche negli studi. Sarà necessario anche aprire ai clienti, seppure in modo graduale: «È plausibile – sottolinea Giovanni Liotta, presidente di Federnotai – che gli appuntamenti saranno diluiti nell’arco delle giornate e delle settimane in modo diverso e maggiore che in passato». Lo smart working rimarrà, ma Liotta non reputa «realistico un massiccio impiego di collaboratori tutti i giorni attraverso il lavoro a distanza». La novità della fase 2 potrà essere la videoconferenza «quale strumento alternativo (e talora più efficace) per alcune fasi dell’istruttoria della pratica».
L’USCITA DALL’EMERGENZA
TEMPI E MODALITÀ
Parola d’ordine: gradualità
Tenuto conto che, tranne che in alcune zone del Paese, gli studi professionali non hanno chiuso e hanno assicurato un presidio coniugato con il lavoro da remoto, la previsione è che la fase 2 avverrà all’insegna della gradualità. Negli studi sarà necessaria una turnazione, così da garantire il rispetto delle distanze di sicurezza. Insieme alle altre precauzioni: mascherine, guanti, disinfettanti, test sieroloogici e misurazione della temperatura. Sulla riapertura anche ai clienti le posizioni sono diverse: se per alcuni va assicurata, seppure contingentata e in spazi riservati, per altri è prematuro e si preferisce che sia il professionista a muoversi.
L’EREDITÀ
Far tesoro della tecnologia
Smart working, videoconferenze, cloud, webinar, identità digitale, Pec: tutti strumenti già conosciuti, ma che l’emergenza ha costretto a utilizzare in maniera massiccia e a sfruttare al meglio. Nella fase 2 si continuerà a farvi ricorso e – è opinione comune – costituiranno un’eredità anche una volta tornati alla normalità. In particolare, il lavoro da remoto potrà essere applicato , durante certi giorni della settimana o in determinati periodi dell’anno, a collaboratori e dipendenti che possono lavorare a distanza, mentre le videoconferenze torneranno utili anche per mantenere il contatto con i clienti, per esempio quelli più lontani.
IL FUTURO
Ripensare la professione
Lo hanno detto in tanti: dopo la pandemia il mondo non sarà più lo stesso. L’emergenza ha costretto anche le professioni a interrogarsi sul loro futuro. Una riflessione che, al di là delle peculiarità di ciascuna categoria, dovrà investire diversi aspetti. Per esempio, la crisi sta mettendo in luce le maggiori difficoltà degli studi più piccoli. Dunque, in prospettiva si dovrà spingere sulle aggregazioni e sulla capacità di fare rete. Inoltre, si dovrà insistere sulla semplificazione delle procedure, che dovrà essere accompagnata da un potenziamento dei collegamenti alla rete e da investimenti degli studi in tecnologia, assistita da incentivi statali.