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Riforma fiscale, istituire il Garante nazionale dei diritti del contribuente

Riforma Fiscale, Istituire Il Garante Nazionale Dei Diritti Del Contribuente

Occorre valorizzare la figura del Garante dei diritti del contribuente, prevedendo l’istituzione di una figura di garanzia nazionale, dotata di idonea struttura e autonomia economica, alla quale attribuire anche specifici poteri nel fornire indicazioni vincolanti per l’Amministrazione finanziaria nel caso vengano riscontrate fattispecie in contrasto con le disposizioni dello Statuto dei diritti del contribuente. Lo ha proposto il CNDCEC nel corso dell’audizione parlamentare sulla riforma fiscale presso la Commissione Finanze della Camera l’11 maggio 2023.

Nel corso dell’audizione parlamentare svolta presso la Commissione Finanze della Camera il CNDCEC ha espresso un giudizio “ampiamente positivo” sulla delega fiscale e ha presentato alcune proposte relative a tematiche di interesse generale che la rendano ancora più efficace in previsione della stagione dei decreti attuativi.

I commercialisti, rappresentati dal tesoriere nazionale, Salvatore Regalbuto e dal coordinatore dell’area fiscalità della Fondazione nazionale di ricerca della categoria, Pasquale Saggese, ha proposto la valorizzazione della figura del Garante dei diritti del contribuente, prevedendo l’istituzione di una figura di garanzia nazionale, dotata di idonea struttura ed autonomia economica, alla quale attribuire anche specifici poteri nel fornire indicazioni vincolanti per l’Amministrazione finanziaria nel caso vengano riscontrate fattispecie in contrasto con le disposizioni dello Statuto dei diritti del contribuente.

Deve essere superata la previsione di subordinare l’ammissibilità delle istanze di interpello al versamento di un contributo. Secondo i commercialisti, per questa disposizione è opportuna una riflessione proprio per valorizzare i principi fondamentali della delega che, rendendo virtuoso il confronto preventivo per limitare per quanto più possibile il sorgere di contenziosi e prevedendo la diffusione tempestiva di documenti di prassi su temi di carattere generale, dovrebbe limitare il ricorso all’interpello alle tematiche di maggiore complessità.

Inoltre, occorre una più ampia declinazione delle norme volte a favorire le aggregazioni tra gli studi professionali, con particolare riferimento alla neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione sia verticale che orizzontale, alla previsione di un regime opzionale di determinazione per cassa del reddito delle società tra professionisti costituite in forma di società di capitali e all’ampliamento del regime forfettario anche alle società tra persone e alle associazioni professionali.

Nell’ambito della revisione e razionalizzazione del sistema degli incentivi fiscali alle imprese, secondo i commercialisti andrebbe introdotto uno specifico criterio direttivo che disponga la parità di trattamento tra tutti gli operatori economici. Ai fini dell’accesso alle diverse forme di incentivazione fiscale è necessario affermare il principio generale di piena equiparazione tra professionisti e imprese.

Ulteriori richieste sono rivolte a una revisione dell’istituto del reclamo/mediazione tributaria – che disponga l’attribuzione ad un organo terzo dei poteri relativi alla sua gestione e il coordinamento dello stesso con gli altri istituti deflattivi del contenzioso azionabili da parte del contribuente nella fase antecedente la sua costituzione in giudizio, a partire dall’autotutela – e al potenziamento delle premialità connesse all’adesione al regime dell’adempimento collaborativo, attraverso l’esclusione delle sanzioni amministrative tributarie e delle sanzioni penali connesse al reato di dichiarazione infedele, nonché la riduzione di almeno tre anni dei termini di decadenza per l’attività di accertamento.

A cura della Redazione

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