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Risparmio tradito, ecco le regole per incassare i rimborsi

Risparmio Tradito, Ecco Le Regole Per Incassare I Rimborsi

Il diritto al rimborso per i risparmiatori colpiti dai crack bancari sarà predeterminato in via automatica anche per chi supera la soglia di reddito (35mila euro ai fini Irpef nel 2018) o di patrimonio mobiliare (100mila euro, al netto dei titoli azzerati dalle liquidazioni, indicati nella dichiarazione Isee) quando la vendita di azioni e obbligazioni subordinate è avvenuta senza «l’osservanza dei presidi informativi o valutativi idonei ad assicurare la consapevolezza e l’adeguatezza dell’acquirente rispetto al profilo di rischio».

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Lo stesso accadrà nei casi di operazioni baciate, quando l’acquisto di bond e azioni è stato imposto dalla banca per concedere crediti, quando il profilo di rischio assegnato al cliente è stato alzato contestualmente o poco prima della vendita dei titoli poi azzerati, oppure è stato assegnato in modo “incongruo” rispetto all’età o alla situazione patrimoniale del cliente. A segnalare quest’ultima casistica sarà in particolare il fatto che almeno il 50% del patrimonio mobiliare si concentra in strumenti della banca, soglia che scende al 30% per le gestioni patrimoniali. Diritto automatico anche per chi ha investito in banche accusate di falso in bilancio o falso in prospetto (molte indagini sono in corso) e per chi è stato obbligato a vendere altri titoli per comprare quelli della banca.

Il decreto attuativo del fondo risparmiatori da 1,5 miliardi firmato venerdì 10 maggio dal ministro dell’Economia Tria allarga al massimo gli automatismi nel doppio binario dei rimborsi da 100mila euro massimi costruiti dal Mef in accordo con la Ue. Per ottenere il via libera, gli oltre 200mila risparmiatori interessati sono stati divisi in due famiglie. La prima è composta da persone fisiche, ditte individuali (anche agricole) e Onlus che non superano i 35mila euro di reddito Irpef 2018 o i 100mila di patrimonio mobiliare. Per loro il diritto è automatico. La seconda, composta da chi supera le soglie e dalle microimprese, dovrà passare l’esame della commissione tecnica di nove membri che saranno nominati dal ministro dell’Economia. La commissione definirà le situazioni che danno il diritto al rimborso: ma le principali “tipizzazioni” sono già fissate dal decreto.

Nel lungo negoziato con l’Antitrust europeo, come mostra il testo anticipato l’11 maggio da ilsole24ore.com, i tecnici del Mef sono riusciti ad ampliare le griglie del diritto “automatico”. In quest’ottica, perde rilievo la richiesta avanzata dall’Italia di alzare da 100mila a 200mila il limite di patrimonio mobiliare: i rimborsi saranno automatici quasi per tutti.

Non è ancora tempo di presentare le domande. Ma il calendario non sarà lungo. Una volta pubblicato il decreto in Gazzetta Ufficiale e sul sito internet del Mef, la Consap avrà 20 giorni di tempo per attivare il portale telematico per le istanze. Nel frattempo, il ministero dovrebbe nominare la commissione, chiamata anche a definire i dettagli di presentazione delle domande.

Anche su questo punto, però, il decreto è già preciso. I risparmiatori dovranno produrre i dati su quantità, costo di acquisto e codici identificativi dei titoli azzerati, indicare la banca emittente, fornire i documenti che dimostrano l’acquisto dei titoli e il prezzo pagato. Gli interessati, soprattutto se superano le soglie di reddito o patrimonio, potranno allegare anche «copia di eventuale documentazione bancaria, amministrativa o giudiziale utile per l’accertamento delle violazioni massive» degli obblighi imposti dal Testo unico della finanza. Le banche avranno 30 giorni per rilasciare la documentazione, i risparmiatori 60 per presentarla. Tempi non lunghi, soprattutto per chi ha acquistato i titoli più di 10 anni fa (data oltre la quale cadono anche gli obblighi per la banca di tenuta dei documenti). Anche la commissione, però, viene incaricata di acquisire direttamente la documentazione.

Il decreto punta ad accorciare anche i tempi di erogazione dei rimborsi. Per le domande ci saranno 180 giorni di tempo dall’apertura del portale. Ma la commissione potrà far partire piani di riparto parziali, e staccare gli assegni già prima che si sia completato il quadro delle richieste.

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