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Sì agli «incontri protetti» padre-figli con i servizi sociali via Whatsapp

Sì Agli «incontri Protetti» Padre Figli Con I Servizi Sociali Via Whatsapp

famiglie in crisi

Per evitare il rischio di contagio, il Tribunale di Terni dispone che gli incontri tra il genitore non convivente e i figli minori si possano svolgere da remoto con l’assistenza degli operatori sociali

di Giorgio Vaccaro


(deagreez – stock.adobe.com)

2′ di lettura

Via libera alla frequentazione «protetta» padre-figli tramite Skype o Whatsapp con l’assistenza degli operatori dei servizi sociali, che dovranno organizzare la chiamata ed essere presenti – da remoto – per tutta la sua durata. Lo ha stabilito il Tribunale di Terni che, con la pronuncia del 30 marzo 2020 (giudice Velletti), ha bilanciato l’interesse primario dei figli minori e del genitore a veder garantito il pieno diritto alla bigenitorialità con l’interesse alla tutela della salute pubblica individuale (dei minori e dei genitori) e collettiva (adottando precauzioni che non aumentino il rischio di contagio). Il provvedimento ha interpretato in modo necessariamente articolato i canoni codicistici della famiglia, armonizzandoli con l’ultima decretazione di urgenza, tesa a contrastare l’emergenza epidemiologica.

La vicenda
Il caso riguarda la relazione tra il padre e i tre figli minori: dopo l’allontamento della madre e dei figli dalla casa familiare, dovuto, secondo la ricostruzione della donna, a violenze commesse dall’uomo, erano sorte difficoltà nel mantenere i contatti tra i figli e il padre, non convivente. Vista la situazione, il Tribunale ha disposto, con ordinanza del 4 marzo, l’affidamento esclusivo dei figli alla madre e ha previsto che il padre li possa vedere «in spazio neutro», secondo il calendario da redigere da parte dei servizi sociali.

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Ma i servizi sociali, in una relazione di aggiornamento del 26 marzo, hanno dato atto «dell’impossibilità a causa dell’emergenza sanitaria di attivare incontri in spazio neutro». Nella medesima relazione è stato evidenziato come entrambi i genitori abbiano manifestato una «preoccupazione rispetto agli spostamenti dei minori e all’attivazione in questo momento degli incontri protetti, che li porrebbero in una situazione di poca tutela».

Il padre si era quindi attivato con una propria istanza urgente – ritenuta meritevole di essere esaminata perché avente a oggetto le tematiche indifferibili della famiglia – tesa a ristabilire comunque l’esercizio effettivo della propria responsabilità genitoriale.

Fonte

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