Split payment: proroga imminente. Ma fino a quando?

Nel convegno organizzato a febbraio dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili per i 50 anni dell’IVA, un tema riguardava l’auspicabile fine delle anomalie conseguenti all’estensione dello split payment e del reverse charge, ottenuta in deroga dall’Unione europea.

Per lo split payment era stata evidenziata l’imminente scadenza dell’autorizzazione al 30 giugno 2023: il Direttore generale del Ministero delle Finanze, presente al convegno, aveva però anticipato che questa modalità di fatturazione non poteva interrompersi in corso d’anno, tanto più che le regole per questo fondamentale adempimento avrebbero dovuto essere riconsiderate nell’ambito della legge delega per la riforma fiscale.

Autorizzazioni prorogate nel tempo

La prima autorizzazione europea per lo split payment risale al 14 luglio 2015 (decisione UE n. 2015/1401), e riguardava solo le forniture alle pubbliche amministrazioni. È interessante riportare uno stralcio delle motivazioni:

“Nel 2014 l’Italia ha introdotto per le pubbliche amministrazioni l’obbligo di fatturazione elettronica per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi.

Ciò dovrebbe consentire di controllare adeguatamente il settore interessato in futuro, quando sarà stata sviluppata e posta in atto un’adeguata politica di controllo sulla base dei dati disponibili per via elettronica. Una volta che tale sistema sia pienamente attuato, non dovrebbe essere più necessario derogare alla direttiva 2006/112/CE.

L’Italia ha pertanto assicurato che non chiederà il rinnovo dell’autorizzazione alla misura di deroga”, concessa sino al 31 dicembre 2017.

Prima di quella scadenza abbiamo già l’autorizzazione n. 784 del 25 aprile 2017, che estende lo split payment alle forniture delle società controllate da enti pubblici ed ai gruppi quotati in FTSE MIB, con la nuova scadenza del 30 giugno 2020.

e-fattura e reverse charge: l’intreccio con lo split payment

La prima autorizzazione aveva messo in evidenza la necessità di accelerare i tempi dei rimborsi, la cui entità è destinata ad aumentare con l’impossibilità di esercitare la rivalsa. Dobbiamo riconoscere che questa fase del rapporto tributario ha visto un sicuro miglioramento.

Il tema dello split payment evoca quello del reverse charge in deroga. In questo ambito la Commissione europea ha espresso due volte parere negativo al reverse charge tra consorziati e consorzi e nelle prestazioni presso il cliente a prevalente contenuto di manodopera. La motivazione per uno di questi rifiuti è singolare ed è ovviamente superata dal progetto di direttiva per l’IVA nell’era digitale. La Commissione motiva il rifiuto nel seguente modo: avete già due autorizzazioni, non potete volerne una terza. La prima è quella dello split payment, ma la seconda era la deroga per poter imporre la fatturazione elettronica tra privati, che diventerà una regola ordinaria.

Ed è proprio il successo della fatturazione elettronica italiana, che ha sensibilmente ridotto l’area dell’evasione, che può far vedere la fine dello split payment. Non sappiamo quale scadenza ci concederà l’Unione europea: le autorizzazioni di cui abbiamo parlato era tutte triennali. L’auspicio è che l’uscita da questo tunnel preceda la nuova scadenza.

Copyright © – Riproduzione riservata

Fonte