Tra gli indirizzi di equità nel prelievo IRPEF presenti nella bozza di legge delega per la riforma fiscale, che ancora deve essere discusso in Consiglio dei Ministri e presentato al Parlamento, vi è la previsione dell’applicazione di una tassazione sostitutiva agevolata sulla quota di reddito di periodo che si presenta incrementale rispetto al reddito più alto dichiarato con riferimento ai tre periodi d’imposta precedenti.
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Da subito è importante sottolineare che questo nuovo principio non si renderebbe applicabile solamente ai redditi d’impresa ovvero ai redditi di lavoro autonomo, ma per come è scritta la norma, farebbe riferimento al reddito complessivo della persona fisica soggetto a IRPEF, mettendo tutti sullo stesso piano. A conferma di questa interpretazione, la norma prosegue sottolineando, oltre alla possibilità di prevedere dei limiti di reddito agevolabile, la possibilità di prevedere – limitatamente ai redditi di lavoro dipendente – un regime particolare che agevoli l’incremento del reddito rispetto a quello dichiarata l’anno precedente.
– in primo luogo, il principio indicato nella bozza di legge delega prevede che il nuovo regime di tassazione sostitutiva non si limita a essere applicato per un biennio, rendendosi applicabile a regime;
– in secondo luogo, il contribuente non è tenuto a garantire per un biennio il raggiungimento di livelli di reddito e di ricavi incrementali in via anticipata (invece presente nel concordato preventivo biennale del 2003). Nella proposta presente nella bozza di legge delega, infatti, la tassazione agevolata si renderebbe applicabile con riferimento all’eventuale incremento di reddito realizzato nell’anno oggetto di dichiarazione, rispetto alla misura di reddito più alta conseguita nel triennio precedente.
Un sistema premiale per incentivare efficienza e fedeltà fiscale
Si tratta, tuttavia, di una misura migliorabile con riferimento ai redditi d’impresa e di lavoro autonomo soggetti agli ISA. Fermo il principio generale fissato dalla bozza di legge delega previsto per tutti i soggetti indistintamente, si potrebbe pensare di arrivare a un nuovo sistema di tassazione dei redditi delle imprese e dei professionisti che punti a premiare l’efficienza e la fedeltà fiscale in modo automatico all’aumentare del reddito dichiarato.
Per fare questo è necessario prevedere a regime un sistema premiale che stimoli e incentivi l’efficienza produttiva delle imprese o del lavoro autonomo, legato alle performance di reddito incrementale dichiarato rispetto a una soglia minima di reddito, riferibile alle potenzialità produttive dell’impresa e da determinarsi in via presuntiva.
Definita la soglia minima di reddito a partire dalla quale viene riconosciuto l’incentivo fiscale, l’agevolazione si “autofinanzierebbe”, in quanto verrebbe riconosciuta solo nel caso di un effettivo incremento del reddito di partenza.
L’agevolazione sarebbe per tale via orientata a riconoscere una forte riduzione dell’imposizione sul reddito incrementale senza limitare, in nessun modo, l’attività di controllo da parte dell’Amministrazione finanziaria.
Come determinare il reddito “soglia”
Nella logica di questo sistema di incentivi, ovviamente, gioca un ruolo fondamentale la determinazione del livello di reddito riferibile all’attività produttiva di ogni singola impresa.
Molto probabilmente in passato non si è pensato a una forma di agevolazione di questo tipo per le difficoltà legate all’individuazione di un reddito “soglia” associabile a ogni unità produttiva, d’impresa o di lavoro autonomo, con modalità statistiche sufficientemente attendibili.
Lo strumento ora c’è e si chiama ISA – Indicatori sintetici di affidabilità, eredità dei vecchi studi di settore. Attraverso gli ISA è possibile attribuire una misura di reddito “ideale” associabile all’impresa sulla base della sua capacità produttiva, riferito a un punteggio ISA specifico determinato per la premialità.
Aliquota agevolata per il reddito oltre soglia
Una volta individuato il reddito incrementale sulla base del quale riconoscere un beneficio in termini di riduzione dell’imposizione, la proposta è quella di agire sull’aliquota, prevedendo che la parte di reddito che eccede quello di riferimento sia tassato a un’imposta sostitutiva ai fini delle imposte sul reddito molto ridotta, ad esempio del 10%, ossia pari all’aliquota ora applicata sui redditi di produttività dei lavoratori dipendenti.
Questo porterebbe a creare un sistema di incentivi volto a stimolare i contribuenti ad accrescere la loro capacità produttiva al fine di abbassare la tassazione media sul reddito da loro prodotto.
Peraltro, questo sistema di tassazione si sposerebbe perfettamente con la natura stessa dello strumento ISA. Conviene ricordare, infatti, che la finalità degli indicatori sintetici di affidabilità è proprio quella di individuare dei “premi” legati all’affidabilità fiscale dell’impresa o del professionista. Premi che attualmente prevedono solamente delle semplificazioni di adempimenti (come, ad esempio, l’eliminazione dell’obbligo del visto di conformità per esercitare il diritto alla compensazione del crediti emergenti dalle dichiarazioni) ovvero delle limitazioni ai poteri di controllo dell’amministrazione finanziaria (come la riduzione dei periodo per l’accertamento ovvero l’esclusione dagli accertamenti analitici induttivi basati su presunzioni, al raggiungimento di un determinato punteggio di affidabilità fiscale).
Il nuovo regime di tassazione agevolata, pertanto, diventerebbe un ulteriore fattore di premialità per gli imprenditori o professionisti che si distinguono in termini di performance di reddito rispetto alle attività economiche che rientrano nel medesimo MOB (Modello di Business), ossia nel medesimo gruppo omogeneo. E questo solo dopo la garanzia che verrebbero selezionate dagli stessi ISA solamente le imprese che presentano un’elevata fedeltà fiscale.
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