«Pensiamo che sia possibile aumentare il fondo di almeno dieci milioni di euro – aggiunge Stanislao Di Piazza – venendo incontro alla richiesta del Forum del Terzo settore».
L’allarme del Terzo settore
Ciò che più temono le organizzazioni del Terzo settore, nella transizione dai vecchi registri locali al nuovo, è che non ci sia chiarezza sul mantenimento delle vecchie agevolazioni fiscali fino al debutto delle nuove e che si crei un aumento degli adempimenti. «È più preoccupante non sapere quando arriverà il via libera della Commissione europea sulla riforma – spiega la portavoce del Forum del Terzo settore Claudia Fiaschi – perché rischiamo di avere il Registro unico prima dei nuovi regimi fiscali». Per decidere in quale sezione del Registro iscriversi occorre conoscere precisamente le regole fiscali che gli enti dovranno applicare. «A chi oggi è una Onlus – aggiunge – dovrebbe essere garantito che potrà mantenere il vecchio regime fino al debutto dei nuovi».
Un’altra preoccupazione riguarda le reti associative, che dovranno presentare domanda di iscrizione direttamente all’ufficio statale del Runts, mentre oggi operano con assetti diversi da una Regione all’altra: «Oggi la metà degli enti del Terzo settore – aggiunge Claudia Fiaschi – sono organizzati in reti associative: è dunque molto importante fare scelte convergenti ed evitare regole diverse, per consentire alle reti di svolgere appieno il loro ruolo».
Le difficoltà tecniche
Dal punto di vista tecnico, la sfida sarà quella di arrivare a una piattaforma informatica e a una modulistica uniche da sistemi oggi molto diversi: «Per le nuove iscrizioni – spiega Pierluigi Sodini, funzionario di Unioncamere (che realizzerà con la sua società Infocamere la piattaforma del Runts) – si partirà direttamente con un sistema unico. La fase di trasmigrazione dagli attuali registri locali, invece, dovrà partire tenendo conto di 21 piattaforme diverse delle Regioni e delle Province autonome».
I Fondi alle Regioni
Sono già stati suddivisi tra le Regioni con un decreto del ministero del Lavoro (ma non ancora materialmente versati) i primi 21,2 milioni necessari a finanziare l’avvio e la gestione del Registro unico nazionale del Terzo settore. Una parte dei fondi (6,3 milioni) sono stati divisi in 21 quote da 300mila euro per ciascuna Regione o Provincia autonoma. I restanti 14,9 milioni sono stati ripartiti in base al numero di enti non profit presenti nel territorio. Il 30% delle risorse andrà
a Sud e Isole.