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UNCAT e riforma del processo tributario: diverse le contraddizioni con i principi di delega

Uncat E Riforma Del Processo Tributario: Diverse Le Contraddizioni Con I Principi Di Delega

L’UNCAT ha pubblicato un comunicato stampa in data 4 gennaio 2024 riguardante la riforma del processo tributario.

UNCAT ha evidenziato come vi sia un rischio di incostituzionalità per eccesso di delega; incongruenze nel modello processuale prescelto, un ibrido tra il processo amministrativo, privo del recepimento delle disposizioni che in quello garantiscono il diritto di difesa, e il processo civile, cui rinviano le attuali disposizioni, con conseguente mortificazione delle garanzie difensive del cittadino / contribuente: si pensi, ad esempio, alla limitazione al regime di ammissibilità delle prove (con il divieto di produzione di documenti nuovi in fase di appello), e alle nuove disposizioni in ordine alle spese di giudizio, che destano forti perplessità se confrontate con i principi ben più garantisti introdotti dalla legge delega.

Inoltre per UNCAT desta molta preoccupazione la disposizione relativa alla sentenza in forma semplificata, che addirittura si prevede possa essere emessa già in sede cautelare. Una giustizia veloce, anzi rapida, è certamente una buona aspettativa che coinvolge ogni comparto dell’ordinamento processuale interno, ma una giustizia rapida e veloce che rischia di “inciampare” sui diritti sostanziali, non può essere accettata, pena il sacrificio della giusta decisione processuale, della “verità” che ogni processo tende a disvelare.

La sentenza in forma semplificata ha nel processo amministrativo dei presidi a garanzia della difesa che mancano nel nuovo testo licenziato dopo le modifiche in Parlamento.

La sentenza semplificata, inoltre, rischia di contenere una motivazione apparente e genererà un proliferare di contenzioso nei gradi successivi di impugnazione, con eterogenesi dei fini rispetto a quanto auspicato dalla legge delega.

Per UNCAT una nota invece sicuramente positiva è l’inversione di rotta, rispetto allo schema di decreto delegato, sulla udienza in presenza. La norma ora prevede che, nel caso in cui una parte chiede di discutere in presenza, i giudici e il personale amministrativo sono obbligati a partecipare in presenza: la digitalizzazione – pur con i vantaggi di economicità ed efficienza che produce – richiede che infrastrutture e connessioni funzionino perfettamente e spesso non è questo il caso; ma non può certo essere di per sé valido motivo per rinunciare alle basilari garanzie processuali.

Per tali motivo UNCAT ha manifestato una profonda delusione per le scelte effettuate dal Governo in ordine all’assetto del “nuovo” processo tributario, sin dalla sua derubricazione a “contenzioso”, quasi a voler spogliare il giudizio tributario di ogni connotato giurisdizionale.

Gli avvocati tributaristi si sono sempre espressi a favore di un sistema tributario efficiente, che promuovesse ogni strumento deflattivo in un contesto di rispetto dei diritti; hanno partecipato ai tavoli estivi per la messa a punto dei decreti delegati con spirito di servizio e non certo di rivendicazione “politica”, muniti solo di argomentazioni strettamente organiche alla giusta difesa del contribuente, già asseverate nelle altre giurisdizioni.

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